Siria. La testimonianza di Karim Franceschi: ”Guerra contro ISIS è doverosa!”
DAMASCO – Russia, Siria e Stati Uniti d’America il 27 febbraio scorso hanno istituito il cessate il fuoco in territorio siriano, garantendo l’invio di aiuti umanitari ai civili e assistenza ai profughi in fuga dalle barbarie compiute dallo Stato Islamico. La tregua stipulata il mese scorso tuttavia ha delle eccezioni territoriali: nella periferia della capitale le milizie dello Stato Islamico non cessano di incutere timore e le preoccupazioni per un’eventuale intervento armato alleato accrescono lo stato di tensione. Per comprendere meglio la quotidiana lotta della popolazione siriana contro il terrore degli estremisti, abbiamo intervistato Karim Franceschi, 25 enne di Senigallia, unico italiano che ha deciso deliberatamente di arruolarsi nelle fila dell’YPG, le Forze di Difesa del Popolo, nel Rojava, per combattere l’avanzata dello Stato Islamico.
Prima di combattere l’esercito dello Stato Islamico aveva una minima idea di cosa significasse vivere un conflitto?
«Prima di mettere piede sul fronte di Kobane la guerra l’avevo vissuta solo attraverso il controller della PS4, giocando ai videogame Call of Duty o Battlefield. Non avevo mai stretto una vera arma da fuoco in mano. Non immaginavo quello a cui sarei andato incontro.»
Quando chiude gli occhi cosa vede ripensando a quei momenti?
«Rivedo le stelle luminose nel cielo, la via lattea visibile nelle notti buie delle interminabili guardie notturne. Qualche volta vedevo anche una Stella cadente, esprimevo sempre lo stesso desiderio.»
Ci sono persone a lei care che sono ancora sul campo di battaglia e che vorrebbe rivedere?
«Sono ritornato una seconda volta sui fronti Siriani a combattere nelle fila YPG contro l’ISIS. Ho rivisto molti amici e amiche. Ho rivisto compagni e compagne che non hanno mai lasciato il fronte, e che continuano a combattere senza mai esitare. Sono dei veri rivoluzionari.»
Crede che la guerra sia in qualche modo connaturata all’animo umano?
«La nostra storia è fatta di guerre, negare questo significa negare al realtà. Questo non significa che la guerra sia sempre stata sbagliata. Per esempio la guerra contro la Germania nazista non solo è stata giusta, ma doverosa. La stessa cosa vale per l’ISIS. Essere pacifista per me significa non essere disposto ad andare oltre i confini della dignità umana.»