Ceramica. Professione? Artista
NAPOLI – Mentre è ancora sospeso a un filo il futuro dell’unico Istituto italiano per la ceramica, il Giovanni Caselli di Capodimonte a Napoli, abbiamo intervistato la presidentessa dell’associazione Ceramicando nell’arte, Giustina Piglia, un’artista di origine partenopea trapiantata a Melfi, in provincia di Potenza. Ceramista da oltre 15 anni, è stata costretta ad accantonare la scultura per guadagnarsi da vivere: ha così deciso di passare la sua esperienza ai bambini, tentando di avvicinarli all’arte della ceramica.
Ceramicando nell’arte. Qual è il significato?
«Ogni ceramista è un artigiano e un artista al tempo stesso. Ciascuna creazione racchiude un pezzo della vita dell’artista, che con la sua profonda sensibilità riesce a trasmettere nel suo manufatto, attraverso forme e colori, un sentimento o una sensazione che un acquirente attento avverte.»
Ci parli della sua esperienza da scultrice. Che difficoltà ha incontrato?
«Ho dovuto accantonare la mia arte. Una volta il gallerista che credeva nell’artista investiva su di lui, permettendogli di realizzare mostre ed esposizioni a sue spese o contribuendo. Oggi la cosa è ribaltata: l’artista si propone al gallerista, che mette a disposizione la sua struttura per un numero di giorni dietro pagamento. E la fortuna dell’artista si sostanzia quando il famoso gallerista lo presenta alle persone per il quale l’artista risulti un buon investimento, mentre ci sono tanti bravi artisti che non hanno la conoscenza giusta e restano a casa. Allora ho provato a farmi conoscere attraverso una televendita, ma dall’altra parte era solo un business. Prima invece i galleristi lo facevano per passione, credevano in una persona sensibile con delle potenzialità e le davano una possibilità. Se mi venisse permesso di esporre le mie opere in modo gratuito lo farei volentieri, ricompensando chi mi sponsorizza con le giuste percentuali. Ma non posso pagare una persona solo per esporre una mia opera, chi ha una base economica può farlo, chi invece cerca di guadagnare per andare avanti non può investire più di tanto. Io finora ho investito perché la realizzazione delle mie sculture è stato prima di tutto uno sfogo. Ma ho anche una famiglia e delle spese.»
Progetti in cantiere?
«Il mio progetto è partire dalle radici, ossia dai bambini, associando l’artigianato al divertimento ed educazione storica. Io vivo a Melfi, in Basilicata, dove c’è un castello di origine normanna che ha subito influenze angioine e aragonesi, oggi meta turistica e sito archeologico. Ho pensato di creare un laboratorio di ceramica che permetta di capire ai bambini, in visita guidata al castello, come sono stati realizzati gli oggetti che vedranno al suo interno, andando poi a ripetere quella determinata tecnica, realizzando con le loro manine un oggetto, in modo tale da incrementare la loro creatività, la fantasia e la passione per l’arte. Capiranno che, con un po’ di terra mescolata a un po’ di acqua, possono creare tante cose, e il sorriso che avranno in volto quando lo faranno avrà un valore inestimabile.»
By Miriam Lanzetta