Ferrovie dello Stato: si è dimesso il CDA
MILANO – Poche ore fa la notizia che il Consiglio di Amministrazione dell’Ente Ferrovie dello Stato si è dimesso, portando all’azzeramento di tutti i progressi ottenuti dai vertici precedenti. La rottura tra Michele Elia, Amministratore delegato e componente del CDA, e il Governo, si è palesata questa mattina, in un incontro che avrebbe dovuto essere di normale routine. A esasperare le condizioni, la proposta dello scorso 23 novembre, con la conseguente attivazione per vendere, e dunque privatizzare, circa il 40% della fetta di azioni dell’azienda, il cui totale valore ammonterebbe a circa 45 miliardi, come ha spiegato il Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio.
L’azienda ha reso pubblico, in una nota, che al più presto possibile sarà convocato un consiglio straordinario per ricostituire il nuovo CDA. Alcune indiscrezioni vedrebbero al posto dell’uscente amministratore delegato, Renato Mazzoncini, già noto per ricoprire lo stesso ruolo presso la società “Busitalia”. Alla vigilia della spiacevole situazione, anche il Premier Matteo Renzi avrebbe invitato a “fare un passo indietro” sia l’ex AD Elia, sia il presidente di Ferrovie dello Stato, Macello Messori, il quale non avrebbe mai voluto giungere a questo spiacevole equivoco, visti anche i risultati in utile cui lui e il suo staff avrebbero condotto l’azienda.
Appena la scorsa settimana il CDA aveva cominciato a prendere in considerazione e analizzare il decreto di privatizzazione delle Ferrovie. A questo punto, come già annunciato, nel corso del 2016 sarà un altro gruppo a gestire il preannunciato processo. Ciò che per ora preme però, come ha annunciato anche lo stesso Ministro, e “Avviare la procedura che tenga presente la complessità della gestione delle Fs e la necessità di aumentare gli obblighi di servizio pubblico”. Tuttavia sulle spalle del Governo Renzi restano ancora numerose questioni aperte, che necessitano un’analisi e soprattutto una soluzione, come a esempio la vicenda dello scorporo della rete dei binari, che resta di proprietà di RFI, società incorporata nelle Ferrovie dello Stato.
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