Aids. Un Bus per la prevenzione, ma del contagio non si parla
NAPOLI – Il 1° dicembre è stata la Giornata mondiale di lotta all’AIDS. Istituita nel 1988, da allora la giornata viene dedicata alla prevenzione e alla sensibilizzazione sulla malattia provocata dal virus HIV.
Nel 2014 in Italia almeno 3.695 persone hanno scoperto di aver contratto il virus dell’HIV, con un’incidenza di 6,1 casi di sieropositività ogni 100mila residenti. La fascia di età maggiormente colpita è quella tra i 25 e i 29 anni. L’84% dei contagi avviene a causa di rapporti sessuali non protetti, e a molti viene fatta la diagnosi di AIDS anche ignorando di essere sieropositivi. Questo dati sono stati diffusi dal centro Operativo AIDS e dall’Istituto Superiore della Sanità.
Quest’anno Napoli aderisce all’iniziativa con una serie di attività promosse da Arcigay Napoli e da NPS Italia, Network Persone. Si è tenuto un incontro-dibattito con le scuole nella Sala del Capitolo del Complesso di San Domenico Maggiore. Ma iniziativa molto importante è la presenza di un Bus della Prevenzione che distribuisce preservativi e materiale informativo nelle piazze di Napoli. Le attività si svilupperanno anche nei prossimi giorni con ulteriori dibattiti, seminari e proiezioni.
Le tappe del bus della prevenzione sono: 1-3 dicembre in Piazza Dante; 4-5 dicembre in Piazzetta San Vincenzo; 6-8 dicembre in Piazza del Gesù; 8 dicembre Piazza Carità; 9 dicembre all’Università Monte Sant’Angelo; 10 dicembre ITI Marie Curie di Ponticelli; 11 dicembre in Via Scarlatti, nei pressi della Coin; 12-14 dicembre in Piazza Garibaldi; 15 dicembre Ospedale Monaldi. Inoltre, nei giorni successivi martedì 8, lunedì 14, martedì 15 e mercoledì 16, nella sede dell’Arci situata in Vico San Geronimo, sarà possibile effettuare test gratuiti e anonimi. Per l’occasione abbiamo raccolto la testimonianza di Domenico Salierno, consigliere di NPS Campania, impegnato da sette anni in progetti per la prevenzione del contagio e della trasmissione del virus dell’HIV.
Non si parla più di HIV e contagio, ma i casi di AIDS sono in aumento?
«Il 1° dicembre è l’unico momento dell’anno in cui si parla, anche se i dati sono allarmanti. I casi di contagio dell’HIV sono aumentati insieme ad altre malattie sessualmente trasmissibili e i più colpiti sono i giovani, non soltanto nella fascia delle persone omosessuali, ma anche tra gli etero. Viviamo in un’epoca tecnologica, ma c’è qualcosa che non funziona: l’informazione».
Aumento dei casi di contagio è dovuto a una mancata informazione?
«Noi di NPS facciamo prevenzione tutto l’anno e da un paio d’anni ci occupiamo di fare informazione nelle scuole, ma sono interventi non programmati dalla Regione o dal Ministero della Salute, solo grazie agli insegnanti e ai presidi. I ragazzi non sanno come avviene il contagio, quali sono i comportamenti a rischio e la differenza tra HIV e AIDS. Il problema di fondo italiano e che nei primi anni ’80, quando c’è stato l’allarme AIDS, si è fatta una campagna criminalizzante che ancora oggi si crede che alle persone sieropositive non si possa stringere nemmeno la mano, oggi invece se ne parla solo il 1° dicembre».