Vertigini: cause e trattamento. Intervista al Dott. Scarpa
SALERNO – Le vertigini colpiscono giovani e adulti. Molte persone lamentano di soffrirne spesso, ma cosa sono davvero e come affrontarle? Per rispondere a queste e ad altre domande abbiamo intervistato il Dott. Alfonso Scarpa, specialista in Otorinolaringoiatria e perfezionato in Vestibologia Clinica presso l’Unità di Otorinolaringoiatria, Audiologia, Foniatria del dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Salerno.
Dott. Scarpa cos’è una vertigine?
«Per vertigine si intende l’erronea percezione di movimento dell’ambiente, vertigine oggettiva; o di noi stessi, vertigine soggettiva. E’ di uso comune chiamare vertigine una serie di sintomi come la paura delle altezze, acrofobia, il disequilibrio e l’instabilità.»
Perché se ne parla spesso al plurale?
«Il termine vertigine indica un solo episodio, mentre il termine vertigini indica 2 o più episodi, ma è di uso comune utilizzare i 2 termini indifferentemente.»
Da cosa è causata?
«Le cause delle vertigini sono tante e possono coinvolgere sia il sistema vestibolare periferico, labirinti, sia quello centrale, nuclei e vie vestibolari centrali. Le più comuni sono rappresentate dalla vertigine parossistica posizionale, causata da un distacco di cristalli di calcio, otoconi, all’interno dell’orecchio, utricolo, che entrando nei canali semicircolari determinano vertigini nei cambiamenti di posizione. Un‘altra causa comune è la malattia di Meniere, in cui vi è un aumento della pressione dei liquidi labirintici, endolinfa, che determina una triade sintomatologica caratteristica: vertigine, abbassamento dell’udito, acufeni. Altre cause altrettanto comuni sono la vertigine emicranica legata ai mal di testa e la neurite vestibolare, chiamata erroneamente labirintite.»
Quali sono le più comuni manifestazioni cliniche?
«La vertigine è un sintomo e può avere carattere oggettivo, ossia il paziente vede l’ambiente muovere; o carattere soggettivo, si sente girare nell’ambiente. Spesso la vertigine si associa a nausea, vomito, sudorazione, tachicardia oltre ad ansia e paura. Tutti questi sintomi spaventano molto il paziente, che pensa di avere un attacco cardiaco, per cui si rivolge al pronto soccorso.»
Come viene diagnosticata?
«Per una diagnosi accurata è necessario in primis un’anamnesi approfondita, una storia clinica dove si chiede al paziente le caratteristiche della vertigine e dei caratteri temporali, i sintomi associati, le patologie pregresse. Fondamentale è l’esame vestibolare che valuta principalmente due riflessi: quello che dall’apparato vestibolare va all’occhio, riflesso vestibolo-oculomotore; e quello che dall’apparato vestibolare va ai muscoli, il riflesso vestibolo-spinale. Talvolta sono indispensabili ulteriori esami sia audiologici sia radiodiagnostici come la TAC, risononaza magnetica e altri.»
In cosa consiste la terapia?
«La terapia sarà differente a seconda della causa e della fase della vertigine. Per esempio, in fase acuta i sintomi sono molto intensi e quindi è necessario utilizzare farmaci per ridurre tale sintomatologia: vestibolo soppressori, antiemetici, ansiolitici e altri. Quando si tratta invece della sopramenzionata vertigine parossistica posizionale, vengono effettuate delle manovre per riposizionare i cristallini che si sono spostati, risolvendo in tal modo la sintomatologia. L’importante è sapere che qualsiasi terapia medica venga iniziata durante un attacco acuto di vertigine, essa deve essere fatta per un tempo breve e cercare il prima possibile di fare una diagnosi corretta.»
Quali sono le prospettive future per quanto riguarda la diagnosi e le terapie?
«Rispetto agli anni precedenti sono stati fatti passi avanti soprattutto per la semeiotica vestibolare, grazie a strumenti sofisticati che ci hanno consentito di ipotizzare diagnosi senza effettuare calcoli matematici. (Come le formule utilizzate per le prove caloriche – ndr).»
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