Binge drinking. Pericolosissimo rischio di cirrosi epatica tra i giovani
ROMA – E’ considerato uno dei più grandi problemi di salute al giorno d’oggi: il “Binge drinking”, vuol dire bere, fino a stordirsi, almeno in una occasione a settimana, bevendo piú o meno cinque bicchieri di alcolici in due ore, fuori dai pasti. E’ molto comune tra le persone di sesso maschile, colpisce durante l’adolescenza e in prossimità della maturità. Il 20,4% dei giovani intervistati, tra i 13 e i 24 anni di età, ha ammesso di aver fatto questa esperienza, contro l’8,6% delle ragazze.
L’eccesso di alcool rappresenta la seconda causa di cirrosi epatica. Ne abbiamo parlato con il Prof. Claudio Puoti, specialista in malattie del fegato, in malattie dell’apparato digerente e in malattie infettive; responsabile del Centro di Epatologia dell’Istituto INI (Istituto Neurotraumatologico Italiano) di Grottaferrata, Roma.
Prof. Puoti qual è la dimensione del fenomeno?
«La cirrosi epatica (CE) è una malattia cronica estremamente diffusa nel nostro Paese, dove si pone tra le più importanti cause di decesso e comporta elevati costi sociali. In Italia infatti la CE figura tra le dieci principali cause di morte. Le stime dell’Associazione Europea Studio Fegato (EASL) e dell’Associazione Italiana Studio Fegato, del 2007, calcolano in circa 12-15 ogni 100.000 abitanti le morti per cirrosi epatica, che si colloca così al sesto posto tra le cause di mortalità in Italia. Circa 10.000-15.000 decessi all’anno per cirrosi, con una prevalenza, numero totali di casi, di circa 125.000; e una incidenza di nuovi casi di circa 25.000/anno, con una netta prevalenza degli uomini rispetto alle donne. Nell’Unione Europea sono circa 150.000 le morti annue per cirrosi e circa 47.000 le morti per epatocarcinoma. Tutte le regioni italiane contribuiscono in ugual misura a questo triste primato, anche se sembra esserci una maggiore mortalità in alcune regioni del Sud. Negli ultimi 10 anni si comincia a notare una progressiva riduzione dell’incidenza e della prevalenza della cirrosi epatica. Questa riduzione è probabilmente dovuta anche alla progressiva riduzione della prevalenza della cirrosi da virus dell’epatite B (HBV) e C (HCV), alla maggiore efficacia delle attuali terapie antivirali, e probabilmente a un minore abuso alcolico.»
Quali danni provoca al tessuto epatico?
«Qualunque sia la causa del danno epatico (HBV, HCV, alcol) essa determina inizialmente il quadro di un’infiammazione del fegato, con morte delle cellule epatiche, la necrosi epatocitaria. Se la causa non viene eliminata, il danno necro-infiammatorio procede progressivamente verso la cicatrizzazione del fegato, con comparsa di fibrosi epatica, formazione di noduli, sconvolgimento dell’architettura strutturale del fegato alterazioni della microcircolazione epatica, sino alla totale destrutturazione del fegato.»
Quali sono le cause della comparsa della cirrosi epatica?
«L’abuso cronico di alcol determina innanzitutto il quadro del cosiddetto fegato grasso, la steatosi alcolica, in genere reversibile con la sospensione dell’eccesso alcolico; in caso contrario la steatosi alcolica si complica con il quadro di infiammazione epatica, passando così alla steatoepatite alcolica, anche questa ancora reversibile. In caso l’abuso alcolico non venga a cessare, la steato epatite alcolica procede verso la cirrosi epatica conclamata, soprattutto se vi sono dei cofattori di progressione (HCV, HBV, obesità, fumo e altro).»
Quali possono essere altre cause di cirrosi?
«Come già anticipato, molte cause possono portare alla cirrosi attraverso le varie fasi dell’epatite cronica evolutiva. In Italia la causa principale rimane l’infezione da HCV, seguita dall’alcol, dall’HBV, dalla steatosi epatica, e da cause più rare come l’autoimmunità, l’emocromatosi e altro ancora.»
Chi è più a rischio, gli uomini o le donne?
«Sicuramente il rischio di comparsa e di progressione del danno epatico da alcol è maggiore nelle donne che negli uomini. Infatti bastano 30 grammi di alcol al giorno nelle donne e 50 grammi di alcol al giorno negli uomini per rischiare la cirrosi epatica. Per fare una proporzione, si ricordi che un solo bicchierino di “Fernet” contiene 15 grammi di alcol; 1 litro di birra al 4% contiene 40 grammi di alcol; e un litro di vino al 12% contiene 120 grammi di alcol. Il problema drammatico riguarda i giovani. Una recente indagine Doxa ha dimostrato che oltre il 50% dei ragazzi sopra i 14 anni beve almeno una volta a settimana, in genere il venerdì o sabato sera, e che il 20 % si ubriaca.»
Dopo quanto tempo si manifesta la cirrosi e quali sono i sintomi?
«Purtroppo nelle fasi iniziali la cirrosi è del tutto asintomatica e può essere identificata solo attraverso gli esami ematici: aumento delle transaminasi e della gamma GT, riduzione delle piastrine e dei globuli bianchi, ipo albuminemia; o tramite una ecografia epatica fatta per caso. Nelle fasi più avanzate, a volte dopo decenni, la cirrosi viene scoperta a causa di vari sintomi: astenia, inappetenza, ascite: formazione di versamento nell’addome; edemi periferici, o addirittura a causa di improvvisa emorragia digestiva dovuta a rottura delle varici esofagee, che a loro volta si formano per l’ipertensione del distretti venoso portale che consegue all’alterazione della struttura epatica.»
E’ possibile fare una diagnosi precoce della malattia? In tal caso quali sono gli esami da fare?
«Un controllo periodico degli esami del sangue può davvero salvare una vita. Basterebbe controllare ogni tanto emocromo, transaminasi, gamma GT, fosfatasi alcalina, bilirubinemia, protidogramma elettroforetico per conoscere lo stato del proprio fegato.»
Una volta scoperta, come si combatte la cirrosi?
«Questo è un punto fondamentale. Organizzare adeguate campagne televisive contro l’abuso alcolico, portare l’informazione nelle scuole, informare soprattutto i giovani dei rischi non solo derivanti all’alcol, ma anche da abitudini errate di vita come l’uso di droghe endovena, rapporti sessuali a rischio e altri ancora, può consentire di ridurre molto l’incidenza della cirrosi epatica. Per quanto riguarda i virus, al momento non è disponibile un vaccino contro l’HCV, ma la vaccinazione di massa contro l’HBV, di cui l’Italia è stata capofila nel mondo, vaccinando i nuovi nati, gli adolescenti e le categorie a rischio, ha determinato nel nostro paese una straordinaria riduzione delle infezioni da HBV.»
Prevenzione della cirrosi: riepiloghiamo come ridurre il rischio di ammalarsi?
«Un sintetico elenco: 1. Evitare di bere alcolici in quantità eccessiva 2. Evitare di bere a digiuno 3. Evitare comportamenti a rischio come fare sesso non protetto, usare droghe endovena 4. Controllare periodicamente gli esami del sangue 5. Seguire una dieta equilibrata, in cui tutti i principi siano rappresentati: proteine, zuccheri e quantità non eccessive di grassi 6. Evitare sovrappeso e obesità 7. Evitare eccesso di calorie e grassi 8. Svolgere costante e moderata attività fisica 9. Evitare eccesso di farmaci, se non indispensabili e solo dietro indicazione del medico 10. Ricordare che a volte anche prodotti apparentemente innocui, come le erbe, possono essere epatotossici.»
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