Elezioni USA. Prigione Guantanamo? Gli americani la vogliono aperta
WASHINGTON – Sono stati pubblicati in data 5 marzo i risultati relativi al sondaggio condotto dall’emittente televisiva CNN e dalla ORC International sull’opinione degli americani in merito alla chiusura del campo di prigionia di Guantanamo Bay, a Cuba, da oltre un decennio oggetto di dibattito della comunità internazionale per la costante violazione dei Diritti umani e le pessime condizioni di detenzione dei prigionieri.
Tra il 24 e il 27 febbraio 2016, la CNN, emittente televisiva statunitense, in collaborazione con la Opinion Research Corporation, agenzia internazionale che opera nel campo delle ricerche di marketing, ha condotto telefonicamente un sondaggio su un gruppo di circa mille americani adulti, per rilevare l’opinione sul campo di detenzione di Guantanamo Bay a Cuba. La prigione è stata aperta nel gennaio 2002 per volere del presidente americano George Bush, che all’indomani dell’attacco terroristico alle Torri Gemelle intese rinchiudervi i prigionieri catturati in Afghanistan, presunti terroristi incarcerati senza processo, nei confronti dei quali fu sospeso l’Articolo 3 della Convenzione di Ginevra, che proibisce l’uso della tortura e l’oltraggio alla dignità personale. Da 14 anni è continua, da parte delle organizzazioni internazionali impegnate nella difesa dei Diritti umani, la battaglia contro la prigione di Guantanamo, le cui mura delimitano un’area estranea al resto del mondo, lontana dagli occhi della popolazione mondiale e che, di fronte al diniego di un’accurata comunicazione esterna ufficiale, deve accontentarsi di racconti provenienti da fonti ‘ufficiose’ sulle torture che i prigionieri, ricollegati dal governo a una presunta attività terroristica, persone incarcerate senza processo che subiscono torture durante la loro detenzione. Non esiste infatti Habeas Corpus (Locuzione latina che definisce l’ordine di un giudice di portare un prigioniero al proprio cospetto, per verificarne le condizioni personali ed evitare una detenzione ingiusta – ndr) a Guantanamo e i detenuti non possono presentare istanze contro la loro prigionia o contro il loro trattamento.
Vani gli appelli pervenuti alle amministrazioni americane fino al 2009, quando Barack Obama, due giorni dopo la sua elezione a presidente USA, chiese con poca convinzione la chiusura della prigione. Due settimane fa Obama ci ha riprovato nuovamente, evidentemente solo per scopi elettorali, presentando il suo piano di chiusura di Guantanamo al Congresso degli Stati Uniti d’America, per onorare una promessa fatta ai suoi elettori durante la campagna elettorale del 2008, mai mantenuta.
Chi potrebbe mai opporsi a un vero ordine presidenziale negli Stati Uniti d’America? Evidentemente sono solo parole al vento per non disperdere il consenso elettorale, lo mostrano i numeri: i risultati emersi dal sondaggio CNN/ORC registrano un 56% degli americani convinti della necessità dell’esistenza della prigione; un 3% non ha espresso opinione; mentre solo la minoranza del 40% vuole che il centro di prigionia e torture chiuda.
Quali saranno le sorti di Guantanamo? Non sarà Obama a decidere.