Napoli. Manifestazione a tutela Deputazione San Gennaro. Andoli: “I santi appartengono al popolo”
NAPOLI – Nel pomeriggio di sabato 5 marzo, alle ore 15:00, un folto pubblico di napoletani si è riunito davanti al Duomo di Napoli per manifestare contro l’ingresso della Curia nella Deputazione di San Gennaro, l’organo che custodisce e gestisce il tesoro del Santo.
Ieri tantissimi napoletani sono accorsi davanti al Duomo, rispondendo all’appello lanciato attraverso i social network per una manifestazione che intendeva mostrare il disaccordo dei napoletani verso l’ingresso di alcuni rappresentanti della Chiesa cattolica nella Deputazione di San Gennaro, come stabilito da un decreto del Ministro degli Interni Angelino Alfano. Ma la Deputazione di San Gennaro è l’organo laico che custodisce il tesoro più prezioso al mondo, da oltre 500 anni. Prendersi cura del Santo patrono è un privilegio concesso al popolo napoletano proprio dalla Chiesa attraverso due bolle papali, quella di Papa Paolo V del 1605 e quella di Pio XI del 1927.
Davanti al Duomo i partecipanti hanno sventolato un fazzoletto bianco, un gesto altamente simbolico che sta a sottolineare la volontà di conservare la rappresentanza di San Gennaro e del suo tesoro. Il fazzoletto bianco infatti viene sventolato dal deputato (Da Deputazione – ndr) che assiste il Cardinale quando avviene il prodigio, per i napoletani il miracolo, della liquefazione del sangue del Santo. Il protocollo è molto rigido: prevede che quando il sangue si liquefa non sia il Cardinale, quindi un ministro del culto ad annunciarlo al popolo, ma sia il deputato di fianco a lui con lo sventolio del fazzoletto. I fazzoletti portati dai manifestanti questo pomeriggio sono stati poi legati ai cancelli d’ingresso della Cappella del Tesoro di San Gennaro.
Per l’occasione abbiamo approfondito l’argomento con Francesco Andoli, giornalista, massimo esperto di San Gennaro.
Ci spiega le funzioni della Deputazione di San Gennaro?
«Una prima bolla papale del 1605 di Papa Paolo V e una seconda bolla papale del 1927 di Papa Pio XI riconoscono il diritto del popolo napoletano a prendersi cura del santo, quindi a essere custode supremo del culto cattolico di San Gennaro. Questo comporta che la Cappella del Tesoro di San Gennaro sia di proprietà esclusiva del popolo napoletano, anche perché costruita solo ed esclusivamente con i soldi del popolo napoletano, senza contributi del Vaticano. In più comporta che la Deputazione possa custodire il busto di San Gennaro, un busto reliquiario, che è la cosa più preziosa fondamentalmente; e tutto il corredo sacro del patrono, che si compone di oltre 20.000 pezzi. E’ il più prezioso al mondo, più prezioso anche del tesoro della Regina d’Inghilterra e degli Zar di Russia. Infatti è impossibile esporlo tutto perché richiederebbe troppo spazio e anche dei sistemi di sicurezza inimmaginabili, quindi il corredo viene conservato da tantissimi anni nei caveau del Banco di Napoli e all’interno del Museo del Tesoro, di fianco al Duomo, dove periodicamente e ciclicamente vengono esposti alcuni pezzi di questo tesoro. Attualmente per esempio ci sono esposti i 10 pezzi più pregiati, tra cui la collana di San Gennaro e la mitra del santo, che è il copricapo più prezioso al mondo. Quindi questo privilegio si concretizza nel fatto che il culto di San Gennaro viene gestito da un organo collegiale, che si chiama Deputazione di San Gennaro, che è composta da 12 membri, i quali in nome e per conto esclusivo del popolo napoletano si occupano del nostro santo patrono. Tra loro 10 membri sono rappresentanti dei sedili in cui era divisa la città: due membri per ognuno dei 5 sedili. Ogni sedile era sotto il controllo di famiglie nobili, che nel bene e nel male hanno fatto la storia di Napoli, come la famiglia Caracciolo; i Pignatelli; i Francavilla; i Carafa a cui soprattutto è legata la storia di San Gennaro. E poi ci sono due membri del popolo: cosa particolare è che il Presidente della Deputazione di San Gennaro è il Sindaco di Napoli, essendo il primo cittadino. E’ inoltre la Deputazione che deve dare la sua autorizzazione all’utilizzo del busto del santo e del sangue, per esempio. Questo è a mio modesto parere il più grande capolavoro di libertà e di autonomia del popolo napoletano all’interno del potere più rigido e dogmatico al mondo. La Cappella del Tesoro è l’unica cappella al mondo gestita da laici»
In tanti hanno aderito all’appello: cittadini, associazioni. Come spiega questo attaccamento al Santo?
«Innanzitutto il popolo napoletano quando viene pungolato nell’orgoglio reagisce sempre molto bene e poi è una questione che travalica la fede. Indipendentemente da quale religione tu professi, che tu sia ateo, agnostico, induista, musulmano, poco importa; se sei napoletano non puoi non essere ‘san-gennariano’. Questa è la verità: è talmente stretto il legame tra il popolo e San Gennaro che è sempre stato identificato come unico protettore; tiene a bada il vulcano, il mostro col quale noi conviviamo da sempre. Tiene a bada il vulcano; scioglie il sangue; gli regaliamo gioielli: c’è qualcosa di molto tribale in tutto questo e di molto affascinante»
Perché il Ministro Alfano si intromette nella Deputazione di San Gennaro?
«Questo bisognerebbe chiederlo ad Alfano. È molto curioso: perché con tutto quello a cui ci sarebbe da pensare in questa città, tipo la sicurezza, di cui si dovrebbe occupare un Ministro degli Interni. Mi domando invece come mai si stia prendendo la briga di andare a rovistare nei fatti di San Gennaro. O ha subito qualche pressione o comunque ci sono altri interessi dietro che non conosciamo. Stiamo però cercando di fermare questo sopruso»
Perché conservare la laicità di questo organo?
«Significa poter innanzitutto difendere la nostra storia, la nostra cultura, la nostra identità. Siamo un popolo a cui è stato usurpato veramente un po’ di tutto nei secoli. Questa è una delle poche cose che siamo riusciti a preservare veramente bene, per 500 anni. Se poi qualcuno volesse cambiare le carte in tavola di certo non dovrebbe essere il Ministro degli Interni, ma il Pontefice. Sono stati due pontefici del passato a concedercelo, quindi se qualcuno può cambiare lo stato di fatto delle cose dovrebbe essere Bergoglio, l’attuale Papa. Ma riteniamo che quest’ultimo non abbia alcun interesse in tal senso, anche perché i santi appartengono al popolo prima di tutto».
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