Siccità. Emergenza Etiopia
ADDIS ABEBA – Secondo i dati recenti diffusi dal FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, in Etiopia quasi dieci milioni di persone sono a rischio fame e 400mila bambini a rischio denutrizione. È l’emergenza che deve affrontare un paese che vive la peggiore siccità degli ultimi 30 anni, una vera carestia.
Dal 1984 l’Etiopia non fronteggiava un’emergenza siccità così forte: ogni anno, normalmente, piove per circa 5 giorni alla fine di giugno, poi piove ancora a luglio e agosto, e di nuovo circa 5 giorni a settembre. Gli abitanti sostengono invece che questa volta, in 3 mesi, ha piovuto solo 6 giorni, provocando il blocco totale della produzione agricola, che nel paese vale il 43% del pil totale. La colpa è di “El Niño”, il fenomeno climatico che porta ad anomalie nelle condizioni metereologiche, a causa del riscaldamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico: nelle aree direttamente interessante si verificano inondazioni, mentre in quelle più lontane la conseguenza diretta è la siccità. L’Etiopia in questo momento è il paese che soffre di più dell’azione di El Niño.
Gazgibla è uno dei 186 distretti che deve fare fronte alla mancanza quasi totale di cibo. Ma, a differenza del 1984, quando la siccità provocò fame e migrazioni di massa, ora le persone ricevono soccorso e assistenza nutrizionale vicino alle proprie abitazioni grazie al contributo di importanti donatori come WFP, il Programma Alimentare Mondiale, che alla fine del 2015 ha potuto sostenere il governo dell’Etiopia nel fornire assistenza al suo popolo.
Moltissimi sono stati i donatori di questo programma, ma continui contributi finanziari sono essenziali per il governo e per le agenzie umanitarie in Etiopia, se si vuole mantenere un livello di assistenza necessario a sostenere le persone nella stagione secca, che raggiunge il suo picco di emergenza nel mese di giugno, e per evitare che i tassi di malnutrizione si impennino ancora.
By Edoardo Vacca