Movimenti anni ’70. Alla Galleria Toledo le storie di Porpora Marcasciano
NAPOLI – Il 17 dicembre a Napoli, a partire dalle ore 17:00 presso la Galleria Toledo in Via Concezione a Montecalvario 34, la cooperativa Dedalus insieme alla fondazione Genere, Identità, Cultura, all’associazione Zap e alla stessa Galleria Toledo presenterà l’incontro spettacolo dal titolo: “Accadono. Le persone, i volti, le storie, i diritti”. L’iniziativa proverà a parlare di persone e diritti uscendo dalla forma tradizionale del convegno, utilizzando il racconto, la fotografia e lo spettacolo come strumenti per stimolare e promuovere, anche attraverso la bellezza e il divertimento, il pensiero e il confronto.
All’evento parteciperà l’attivista e fotografa Lina Pallotta, con le sue slide “Porpora e Valerie”, che insieme a Paolo Valerio, della fondazione “Genere, identità, cultura”; Laura Angiulli, direttrice della Galleria Toledo; Massimiliano Virgilio, scrittore, redattore della trasmissione “Zazà” di Rairadio3; l’attrice Cristina Donadio; Andrea Morniroli della cooperativa Dedalus; e Porpora Marcasciano, presidente del Movimento di identità culturale di Bologna, daranno vita a un dialogo a più voci.
Abbiamo rivolto le nostre domande a Porpora Marcasciano, autrice, attivista e presidente del MIT, il Movimento Italiano Transessuali, che difende e sostiene i diritti delle persone transessuali, travestiti e transgender, nonché prima associazione transessuale fondata in Italia, nel 1979, con lo scopo di ottenere il riconoscimento del cambio di sesso (Raggiunto con la L.164 approvata il 14 aprile 1982 – ndr). Lei sarà protagonista dell’incontro, attraverso il reading del suo testo “Antologaia, sesso, genere e cultura degli anni ’70”, con il suo spettacolo teatrale “Il sogno e l’utopia”.
Le persone, i volti, le storie e i diritti, il 17 dicembre alla Galleria Toledo ci sarà anche la sua testimonianza?
«Sì, il dibattito si concluderà con il mio spettacolo: una lettura del testo “Antologaia”, corredata da immagini, video e musica degli anni ’70. Un periodo particolare, la mia testimonianza storica riguardo i movimenti che in quegli anni hanno lottato per ‘costruire’ i diritti della persona.»
Lei ha partecipato a quelle lotte?
«Ho fatto parte di quel primo movimento gay, all’epoca esisteva solo la definizione “gay”, successivamente è nato l’acronimo LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender – ndr). La mia testimonianza scritta è un punto di vista diverso di quegli anni, liquidati troppo facilmente come “anni di piombo”, che a mio avviso hanno invece prodotto tantissimo per i diritti della donna, della comunità LGBT, delle persone in generale. E’ iniziato in quel periodo il percorso di visibilità che ha portato alla grande trasformazione che viviamo oggi.»
In quegli anni c’era poca visibilità, ma molta efficacia. Oggi la visibilità è a livelli altissimi, ma conquiste poche, perché secondo lei?
«E’ vero. Paradossalmente oggi l’estrema visibilità degli argomenti trattati dai movimenti produce praticamente zero diritti. Negli anni ’70 c’erano moltissimi movimenti per i diritti civili, non solo il nostro, che tuttavia era molto forte e combattivo nelle battaglie di rivendicazione, e molte cose sono state ottenute. Oggi invece il dibattito politico e istituzionale si è impantanato, per ingerenze molto forti, malate, che hanno provocato un ‘blocco da stanchezza’ dei movimenti in generale, che stentano a scendere in piazza, a farsi sentire. Certo, molte cose sono cambiate in meglio, ma in Italia il cambiamento non ha prodotto l’effetto che volevamo.»
E’ possibile acquistare i biglietti, prima dell’inizio dello spettacolo, presso la Galleria Toledo. Tutto l’incasso sarà utilizzato per la realizzazione di borse di cittadinanza e di sostegno al reinserimento lavorativo.