Napoli. Negata accoglienza ai giovani migranti maliani
NAPOLI – Mercoledì mattina alle ore 10:00 circa, dai fronte la Prefettura di Piazza Plebiscito, tantissimi giovani si sono riuniti in presidio per supportare i diritti di alcuni ragazzi Maliani, immigrati, prima ospitati e poi cacciati via da un albergo di accoglienza di Ercolano, in provincia di Napoli. Nel mese di aprile infatti, 10 profughi di età molto giovane, provenienti dal Mali, sono stati prima accolti all’Hotel Belvedere, ricevendo una prima assistenza, ma poi il Centro di Accoglienza Straordinaria di Ercolano li ha espulsi. Motivo dell’espulsione risulta essere l’occupazione del centro, in segno di protesta contro la cattiva condizione in cui vivevano. ma i disagi dei giovani furono causati dall’assenza di organi competenti che spiegassero loro la situazione giuridica in cui si trovavano, l’assenza di un mediatore competente, e ancor più grave l’assenza di assistenza sanitaria. Non conoscendo la lingua italiana, la loro situazione si è ovviamente complicata ulteriormente.
Alla manifestazione, presieduta anche da tanti giovani dell‘Ex OPG, si sono aggiunti i ragazzi del collettivo Disoccupati 7 novembre, che a gran voce hanno chiesto lavoro per tutta le generazioni di precari di Bagnoli, stringendo anche un patto di solidarietà con gli immigrati. Per gli attivisti di entrambi i cortei infatti, immigrati e disoccupati stanno vivendo a Napoli una situazione poco dignitosa, condividendo moltissimi punti di contatto. Al riguardo abbiamo raccolto la testimonianza di un attivista dell’Ex OPG.
Qual è la situazione attuale dei ragazzi espulsi?
«Adesso questi ragazzi si trovano in mezzo alla strada, non hanno un diritto, neanche un diritto di base come l’assistenza sanitaria. Cosa non da meno, non hanno un tetto sopra la testa. Gli sono stati revocati perché loro hanno semplicemente chiesto di avere delle risposte riguardo le loro condizioni. Loro chiedono di essere soggetti e non oggetti. Questi centri molte volte più che accoglienza sono dei veri e propri lager, dove i soggetti privati sfruttano queste persone per farsi dei soldi, accolgono gli immigrati per 35 euro al giorno, pagati dallo Stato. Per questo motivo i profughi hanno occupato l’interno della struttura, sono stati sequestrati dalla polizia e tenuti 12 ore in ostaggio sino al momento della loro espulsione. Ora chiediamo al Prefetto di reintegrare queste persone, non è la prima volta che chiediamo un colloquio, ma non abbiamo mai avuto risposta e per questo oggi siamo scesi in piazza.»
Il presidio è andato avanti fino al pomeriggio, quando finalmente il Prefetto ha accettato il colloquio con i manifestanti, senza tuttavia accogliere, almeno per il momento, le richieste.