Diritti LGBT: Bologna è avanti
BOLOGNA – Inizia in Emilia Romagna la rivoluzione culturale italiana? Probabilmente è solo un primo piccolo passo in avanti, a firma del Sindaco di Bologna Virginio Merola: da domani infatti, lunedì 15 settembre, tutte le persone residenti nella città di Bologna, dello stesso genere purché almeno uno sposo o sposa sia di cittadinanza italiana, che hanno contratto matrimonio all’estero, potranno effettuare la trascrizione dell’atto di matrimonio nell’archivio di stato civile del Comune bolognese.
E’ la conseguenza della direttiva sindacale firmata il 30 giugno scorso, provvedimento che purtroppo non avrà effetti giuridici o civili immediati in Italia, ma che prevede secondo una nota del Comune bolognese la “Compilazione di un modulo in bollo da 16 euro, indirizzato al sindaco, accompagnato da copia di un documento di identità dei firmatari. Gli interessati dovranno produrre l’atto in originale o in copia conforme, legalizzato dal Consolato/Ambasciata italiana competente all’estero, oppure munito di postille per i Paesi aderenti alla Convenzione dell’Aja del 5 ottobre 1961, corredato di traduzione in lingua italiana effettuata da traduttore giurato la cui firma sia legalizzata. Il tutto collazionato e unito da timbri apposti dal traduttore. Per i Paesi aderenti alla Convenzione di Vienna del 1976 l’atto di matrimonio potrà essere presentato su modello plurilingue. Su richiesta dei diretti interessati, verrà rilasciata la sola copia integrale dell’atto di matrimonio trascritto.”.
Segnaliamo anche che, sempre Virginio Merola, il 24 luglio scorso, dopo aver preso la decisione di trascrivere i matrimoni gay contratti all’estero, annunciò a un’emittente radiofonica un ulteriore passo in avanti per la tutela dei diritti delle persone: a settembre il consiglio comunale bolognese dovrebbe anche aggiornare il regolamento di polizia mortuaria per “consentire, a chi ha vissuto una vita insieme, omosessuale o no, di essere tumulato vicino al proprio compagno/a”, ciò dunque per evolvere una ‘regola’ che attualmente lo consente solo ai parenti.