Occupazione Palestina. Bassam Saleh sulla politica italiana: “Vedere con i propri occhi è più efficace di tanti racconti”
ROMA – Il Vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, con le dichiarazioni rilasciate sabato 9 luglio dalla Cisgiordania, ha messo sull’attenti il governo israeliano. La visita della delegazione del Movimento 5 stelle, composta da Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano e Ornella Bertorotta, aveva l’obiettivo di raggiungere la striscia di Gaza.
L’affermazione di Di Maio: ”Riconosceremo la Palestina come Stato”, è stata specificata attraverso le parole del Capogruppo in commissione affari esteri alla Camera, Manlio Di Stefano: ”Il riconoscimento si deve basare sui confini del ’67 e deve comportare anche il ritiro dal Golan”. Tuttavia, in seguito a quelle dichiarazioni, le autorità israeliane hanno impedito ai membri del Movimento 5 stelle di raggiungere la striscia di Gaza, adducendo a generiche motivazioni in materia di sicurezza.
Positiva invece è stata la reazione del governo Palestinese e delle rispettive comunità internazionali, le quali hanno apprezzato la visita diplomatica della delegazione e le affermazioni del portavoce pentastellato. Nel merito, era opportuno lasciare la parola ai diretti interessati, il popolo palestinese: questa intervista raccoglie la testimonianza di Bassam Saleh, rappresentate della Comunità palestinese di Roma, circa anche l’attuale situazione politica e sociale di Gaza.
Come ha reagito la sua comunità alle dichiarazioni di Luigi Di Maio?
«I Palestinesi hanno seguito con molta attenzione la visita dei parlamentari del M5S; riteniamo importanti le visite dei politici italiani ai Territori Occupati, e anche in Israele, perché rappresentano un interessamento al conflitto israelo – palestinese. Anche perché vedere con i propri occhi è più efficace di tanti racconti.
Credo che la nostra comunità sia soddisfatta delle dichiarazioni degli esponenti dei 5 stelle; certo non pretendiamo che si identifichino totalmente con i Palestinesi, ma hanno toccato con mano che cosa è l’occupazione e che cosa vuol dire vivere tanti anni sotto una occupazione militare. Non solo, ma hanno avuto il coraggio di esprimere una posizione molto avanzata rispetto ai partiti di governo. Ricordiamo che i 5 stelle hanno presentato nel 2015 una mozione parlamentare per il riconoscimento pieno dello Stato di Palestina. Poi il voto del parlamento è andato in un’altra direzione perché sono state approvate, nel febbraio 2015, due mozioni contrastanti, e nei fatti concreti non c’è stato il riconoscimento richiesto dai 5 stelle e sperato da noi Palestinesi.»
Il governo israeliano ha impedito l’ingresso della delegazione nei territori. Possiamo interpretare tale reazione come un avvertimento?
«Che il governo israeliano vieti l’ingresso a Gaza di una delegazione parlamentare italiana può essere interpretato in più modi: 1. Israele intende continuare nella sua occupazione di Gaza e nel controllo diretto sui suoi confini; quindi una prova della chiusura ermetica imposta dalla forza occupante contro la Striscia di Gaza e i suoi quasi due milioni di abitanti; 2. mancanza di rispetto israeliana nei confronti di una delegazione del parlamento italiano e di una forza politica candidata a governare il paese; 3. potrebbe essere un “avvertimento”; ma la delegazione M5S non si è lasciata intimidire, denunciandolo subito; 4. personalmente lo leggo come un atto di arroganza e prepotenza dell’occupante, che non rispetta neanche il protocollo del cerimoniale, figuriamoci i diritti umani. Penso anche che Israele abbia voluto inviare un messaggio ai Palestinesi, come dire: “vedete come trattiamo i parlamentari, quindi rassegnatevi al peggio”.»
Se il Movimento dovesse andare al governo riconoscerebbe lo stato di Palestina e i confini del 1967. E’ ancora possibile o è propaganda?
«L’onorevole Di Maio ha ribadito la stessa posizione che ricordavo prima, esposta nella mozione presentata dai 5 stelle al parlamento. Che è poi la posizione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha riconosciuto lo Stato di Palestina con status di membro osservatore. Penso che Di Maio e il M5S continueranno a chiedere questo riconoscimento, che l’Italia ha già votato all’ONU. Di certo il riconoscimento dovrebbe favorire un processo di pace, vero, e non sotto l’unico controllo degli USA; si dovrebbe realizzare un tavolo multilaterale, per attuare le diverse risoluzioni dell’ONU e del Consiglio di sicurezza che invitano e obbligano la forza occupante a ritirarsi dalle terre arabe occupate nella guerra dei sei giorni del giugno 1967, compresa Gerusalemme est. In poche parole, i Palestinesi hanno trattato con gli israeliani per 22 anni, senza ottenere nulla, anzi i coloni e le colonie dilagano nel territorio del futuro Stato palestinese, al punto che non ci sarà neanche territorio per questo sognato Stato.
Crediamo fermamente nel dialogo, ma non deve essere dialogo tanto per perdere tempo e tirarla in lungo come è stato finora, ma per mettere i puntini sulle “i”, cioè stilare un calendario ben chiaro con tempi e scadenze precise sul ritiro delle forze occupanti dalla Palestina, e la nascita dello Stato democratico di Palestina con Gerusalemme capitale. E per garantire il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, come è previsto nella risoluzione 194 dell’ONU.
E per arrivare a quel tavolo, il governo israeliano deve congelare la colonizzazione della Palestina e liberare i prigionieri politici palestinesi.
Questa è la strada maestra per una giusta pace in Medio Oriente. Chi è contrario alla pace cercherà di creare, naturalmente, ogni tipo di ostacolo.»
L’attuale situazione politica e sociale nella striscia di Gaza?
«La Striscia di Gaza è parte del territorio palestinese occupato nel 1967, quindi parte dello Stato di Palestina. Gaza ha una grande importanza strategica per la Palestina e costituisce l’unico sbocco al mare. Chi cerca di separare Gaza dalla Cisgiordania fa il gioco dell’occupazione israeliana e non ha intenzione di arrivare a una soluzione politica del conflitto. Fu il generale Sharon a decidere, sotto i colpi della resistenza palestinese, di ritirarsi da Gaza, e ne ha imposto l’embargo. Gaza, dopo tre aggressioni israeliane, che hanno fatto decine di migliaia di vittime, e l’embargo illegale, ha una situazione sociale molto particolare: una popolazione di quasi due milioni di persone per un territorio di 36 Kmq, la più alta densità abitativa al mondo. Dopo dieci anni di assedio, la disoccupazione ha toccato l’80% della popolazione. Gli attacchi israeliani non hanno risparmiato niente, c’è perfino il problema dell’acqua: come dicono gli esperti, Gaza nell’arco di cinque anni non avrà più acqua potabile. Manca la corrente elettrica e quindi tutta una serie di servizi, ospedali che non funzionano, scuole, tutto questo non è una violazione dei diritti umani e civili?
Da quando Hamas ha preso il potere a Gaza, ha imposto alla popolazione della Striscia un sistema di vita molto osservante; inoltre ha creato una serie di problemi con il vicino Egitto, per la sua obbedienza alla Fratellanza musulmana mondiale e il ruolo che essa ha nella destabilizzazione della regione. Per quanto riguarda la situazione interna palestinese, la mancanza dell’unità nazionale è un problema serio, che viene utilizzato da Israele come pretesto per continuare la sua politica aggressiva non solo contro Gaza, ma in tutta la Palestina.
Gaza in particolare è l’esempio più convincente del fatto che i Palestinesi pagano la loro occupazione, e che Israele non ha nessun interesse a cedere; Gaza è infatti un grande mercato, essendo costretta a comprare tutto da chi la affama e occupa.
L’obiettivo dei Palestinesi è quello di mettere fine all’occupazione israeliana, dopo di che si vedrà che tanti problemi finiranno.»
La guerra israelo palestinese dura da 70 anni e ha fatto migliaia di vittime, soprattutto palestinesi appunto, perché i veri terroristi sono gli israeliani, sono loro che hanno sottoposto il territorio della Palestina ad una propri colonia, che deve essere eliminata, perché inutile … L’arroganza degli israeliani non ha limiti, Bassam Saleh, descrive bene l’attuale situazione politica e sociale di Gaza … un vero atto di colonialismo, contro i diritti umani e civili. Ma è interessante sapere che la delegazione di 5 stelle ha avuto il coraggio delle proprie affermazioni, a differenza di quanto si dica sui social e in tv … sempre pronti a screditare i pentastellati.