Napoli. Nuovo futuro per le vele
NAPOLI – Il Governo centrale, nel luglio di quest’anno, con un Decreto legislativo ha stanziato nuovi fondi per la rivalutazione delle aree metropolitane. Parte del denaro destinato al Comune di Napoli, circa 19 milioni, sarà impiegato nell’VIII Municipalità: al vaglio c’è anche la proposta del Comitato Vele, movimento indipendente, che da anni lotta contro il degrado di quel particolare territorio. Il piano di riqualificazione di questa vasta area architettonica è stato affidato all’Architetto Memoli, già protagonista nelle lotte del Comitato.
Il progetto prevede l’abbattimento degli stabili, fatta eccezione di uno, e la ricollocazione delle famiglie occupanti nelle “Case Nuove”, ovvero le abitazioni delle palazzine di quattro o cinque piani progettate in modo da favorire il quieto vivere e lo sviluppo di attività commerciali. Al riguardo abbiamo incontrato il Consigliere municipale di Scampia, Claudio Di Pietro, persona attiva nel sociale e per il territorio, a cui abbiamo rivolto le nostre domande.
Arrivano i soldi. Una grande vittoria per Scampia. E’ stata dura?
«In realtà è stato facile. Forti di un progetto valido e di un movimento cittadino coeso e radicato, non abbiamo riscontrato grandi problemi. L’unico appunto è il malcontento di altre aree Metropolitane, trovatesi escluse dalla divisione dei fondi. A ogni modo questo progetto è partito dal Comitato, io mi sono solo impegnato ad appoggiarlo politicamente, e se ci saranno difficoltà salteranno fuori al momento della delibera.»
Lei arriva alla politica lottando da cittadino, ma come sono cambiate le cose dopo il riconoscimento delle urne?
«Il mio non è un lavoro, perseguo la strada della solidarietà, ora mi ritrovo a essere una figura quasi mitologica, mezzo cittadino e mezza istituzione, ma il mio impegno e la mia passione non sono stati scalfiti o modificati da nulla.»
Scampia è spesso identificata con la camorra. Ne ha avuto esperienza durante questi primi mesi di mandato?
«Ostacoli o minacce dirette non ne ho vissuti. Gli interessi e le dinamiche camorristiche sono profondamente cambiati negli ultimi anni, e paradossalmente ho riscontrato più problemi nel promuovere un torneo di calcio che nel rapportarmi con il settore istituzionale e burocratico di questa municipalità. A ogni modo mentirei se dicessi che non vedo la camorra attorno a me. Basti pensare ai continui roghi tossici che avvelenano la parte nord di Napoli, e posso affermare che dietro c’è lo zampino della camorra, la quale in combutta con alcune aziende delega Rom e gente molto povera a smaltire questi rifiuti altamente tossici, in barba alla salute e alla sicurezza delle persone di Scampia.»
Gli attuali abitanti delle vele dove verranno domiciliati durante i lavori?
«Ha toccato un nervo scoperto. Nel Decreto è previsto che le famiglie che hanno al loro interno casi di condanne per associazione a delinquere, siano escluse dall’assegnazione delle nuove abitazioni. Si parla di 30 famiglie che, nonostante una delibera dell’avvocatura, per un decreto varato dal Governo Monti si troverebbero esclusi da questo progetto. In queste famiglie ci sono tanti ragazzi che lavorano e ripudiano i precedenti dei parenti, in passato o tuttora legati alla malavita. A ogni modo la giunta municipale sta combattendo per loro e li supporterà fino a che non abbiano la certezza di una casa, rivendicando il diritto alienabile all’abitazione.»
Teme infiltrazioni della camorra nelle gare d’appalto per la ricostruzione?
«Siamo cautamente sereni, confidando nel fatto che l’anticorruzione ha ultimamente premiato la serietà e la trasparenza delle gare d’appalto di città come Napoli e Palermo.»
By Ernesto Gagliotta