Napoli. Con ”I 7 vizi di Partenope” alla scoperta dei peccati napoletani
NAPOLI – Mani e Vulcani, in collaborazione con Tarallucci & Vin Rivista Enogastronomica, presentano sabato 22 ottobre ”I 7 Vizi di Partenope”, un itinerario narrante alla scoperta dei luoghi peccaminosi che hanno reso il capoluogo partenopeo l’indiscussa protagonista del vizio e della trasgressione nei secoli e nella storia: accidia, avarizia, superbia, invidia, ira, gola e lussuria saranno infatti i peccati rappresentati attraverso le storie e gli aneddoti di storici e celebri personaggi, divenuti preda nella loro vita del fascino oscuro del piacere e dei sensi. Il tour, rigorosamente vietato ai minori di 18 anni, partirà dalla stazione metro di Via Toledo e proseguirà fino a Chiaia, accompagnando il visitatore con numerose sorprese e degustazione di cibi. Al riguardo abbiamo rivolto le nostre domande a Marta Raffone, organizzatrice dell’evento.
Come è nata l’idea di rappresentare i 7 vizi di Partenope?
«Per “i 7 vizi di Partenope” siamo partiti dall’elaborazione di un percorso alternativo che avrebbe dovuto garantire la promozione di Napoli, della sua cultura e della sua tradizione in maniera del tutto differente dalle tradizionali visite guidate. Abbiamo dunque sviluppato un percorso a tappe, che parte dall’accidia e alla quale si aggiungono successivamente l’avarizia, la superbia, l’invidia, l’ira, la gola e la lussuria.»
Qual è il peccato caratteristico dei napoletani?
«Sia per Napoli che per i napoletani di peccati non ne mancano. Come mostra il percorso tuttavia, un posto speciale è riservato all’accidia. Abbiamo fatto questa scelta poiché riteniamo che tale vizio, più che un sentimento tipico dell’area e della zona partenopea, sia una vera e propria maledizione storica. Citando Bertolt, posso affermare ”sventurata la terra che ha bisogno di eroi”. E’ proprio ciò che lega l’accidia al popolo partenopeo: essendoci sempre affidati a qualcun altro per risolvere ciò che non siamo mai stati in grado di affrontare, non abbiamo trovato in noi stessi volontà, sia come persone che come popolo, per affrontare e risolvere le nostre controversie. Così facendo abbiamo finito per rassegnarci, esaurendo quasi del tutto la fiducia in noi stessi. Dovremmo tuttavia riuscire a condividere con il ragionamento quello che abbiamo, e non guardare esclusivamente sempre e solo al nostro orticello.»
Cosa è il peccato?
«A mio avviso il peccato rappresenta un’esagerazione, ovvero tutto ciò che ci hanno insegnato a riconoscere come vizio capitale. Nello specifico, il peccato è qualcosa direttamente connesso all’invidia, e quando con quest’ultima viene esasperato, diventa un errore. Un vizio molto grave. Per fare un esempio: non vi è nulla di male nel mangiare, ma nel momento in cui il cibarsi diventa eccessivo, si pecca di gola. Oppure quando non si utilizza un metro ponderato nel giudizio verso gli altri, basta poco per diventare invidiosi. Allo stesso modo, quando si perde il controllo, proviamo rabbia che è un sentimento naturale, ma nel momento in cui eccede e divampa, degenera in ira. I sette vizi capitali quindi, a mio avviso, rappresentano una specie di monito, un elenco che ci consente di percorrere la strada, la nostra strada, in maniera corretta.»