Fotografia. Il World Press Photo 2016 a Villa Pignatelli
NAPOLI – Villa Pignatelli, alla Riviera di Chiaia, ospiterà fino al 27 novembre la mostra World Press Photo 2016. Venerdì 4 novembre l’inaugurazione del progetto, organizzato dall’Associazione barese CIME, Culture e Identità Mediterranee, con il patrocinio del Comune di Napoli e dell’Ambasciata Olandese.
Si è aperto alle ore 15:30 di venerdì 4 novembre l’incontro degli organizzatori del World Press Photo con la stampa. Alle 16:00 in punto, orario di apertura della mostra al pubblico, le sale della suggestiva Villa Pignatelli hanno cominciato a riempirsi. Suggestivo non solo il luogo, ma anche il contenuto della mostra: 150 scatti che raccontano alcuni dei fatti più importanti del 2015, senza pudore del sangue, senza ritegno o remora, spesso con partecipazione, come nel caso della foto vincitrice del premio World Press Photo di quest’anno, Hope for a new life (Speranza di una nuova vita), dell’australiano Warren Richardson, scattata nella notte del 28 agosto 2015 con una Canon EOS 5D Mark II, con una alta sensibilità, portata a 6400 ISO, e un tempo lento di 1/5 secondi. La foto in questione ritrae un uomo che fa passare un neonato attraverso il filo spinato lungo la frontiera tra Serbia e Ungheria, laddove poco tempo dopo sarebbe sorto un muro di ‘protezione’. La foto potrebbe apparire sfocata, mossa, poco nitida, in realtà c’è da sapere che Richardson la scattò senza flash, contando solo sul chiaror di luna, per evitare che la luce della sua macchina fotografica attirasse la polizia.
Sono migliaia ogni anno i fotoreporter che si contendono il premio fotogiornalistico World Press Photo nelle diverse categorie: general news, spot news, contemporary issues, daily life, portraits, nature, sports. Si tratta di immagini pubblicate dalle più prestigiose testate internazionali come Time, Le Monde, New York Times, The Guardian, National Geographic. Una giuria internazionale, che cambia a ogni edizione e i cui membri vengono nominati dal direttore del WWP Lars Boering, si riunisce ad Amsterdam, in Olanda, fornendo un voto con scrutinio segreto finché una foto non ottiene 6 preferenze, aggiudicandosi quindi il premio.
Per la prima volta World Press Photo arriva a Napoli, sostando fino al 27 novembre presso Villa Pignatelli. Lo si deve all’impegno dell’organizzazione barese CIME, Culture e Identità Mediterranee, di Vito Cimarossa e Francesco Muciaccia, e al loro accordo con la Fondazione olandese World Press Photo. Nella progettazione della mostra CIME ha collaborato con il Polo museale della Campania e ha potuto contare sul patrocinio del Comune di Napoli e dell’Ambasciata Olandese. Oltre agli organizzatori baresi, ieri erano presenti all’inaugurazione il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris; e la Project Manager di World Press Photo, Sophie Boshouwers. Orgoglioso De Magistris che la città ospiti questo progetto, che lui stesso aveva già sostenuto e apprezzato nell’ultima edizione nella città di Bari: “Quando ci propongono cose buone noi ci siamo. Questa è una cosa di alta qualità e quindi non vedo perché non si possa ripetere”.
Al riguardo abbiamo rivolto le nostre domande a uno degli organizzatori: Francesco Muciaccia di CIME.
Qualche informazione sulla mostra?
«Si tratta di una mostra che raffigura con 150 scatti tutto ciò che è accaduto l’anno scorso nel mondo, nei 5 continenti. La mostra è suddivisa in 9 categorie che ritraggono davvero l’attualità globale, dallo sport alle storie, insomma tutto quello che è accaduto nel mondo nel 2015. Quindi è davvero una finestra sulla realtà, in maniera cruda, molto spesso cruda, ma anche diretta, senza filtri, quindi anche un’opera di verità e di giustizia. Perché davvero ci dà gli strumenti per interpretare quella che è la realtà, senza costruzioni, sovrastrutture, ma lasciandoci liberi di capire quello che accade nel mondo»
Perché avete scelto Napoli?
«Perché CIME nasce a Bari, ha organizzato già 3 edizioni nel capoluogo pugliese e quest’anno avevamo voglia di andare oltre i confini regionali e ritenevamo che Napoli avesse delle similarità con Bari, ovviamente è una città molto più grande, anche più pronta e più attenta a questo tipo di iniziative. Avevamo verificato che già a Bari c’è stata un’attenzione enorme da parte delle istituzioni, degli sponsor, dei cittadini comuni, del pubblico nei confronti della manifestazione con oltre 50.000 presenze nelle prime 3 edizioni. Ritenevamo, e siamo convinti tuttora, che Napoli possa essere ancora di più un trampolino di lancio per organizzare poi altre mostre in altre città d’Italia»
World Press Photo tornerà a Napoli?
«Diciamo di sì. Quest’anno abbiamo fatto un investimento grosso, speriamo che la città risponda bene in termini di numero di visitatori e di attenzione da parte degli sponsor e delle istituzioni. Se vedremo che ci sarà questo sostegno torneremo.».
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