Terminato lo sbarco degli immigrati della Ezadeen
CORIGLIANO CALABRO – Questa mattina è terminato lo sbarco dei 360 immigrati siriani del mercantile Ezadeen: la nave aveva terminato il carburante al largo della costa calabra ed era stato abbandonato al suo destino dall’equipaggio che avrebbe dovuto invece portarlo al sicuro in Italia, secondo una tecnica ben collaudata per evitare il carcere.
Il cargo Ezedeen è stato fortunato: un elicottero che pattugliava quel tratto di mare l’ha notato. Alcuni uomini sono stati calati all’interno del mercantile e, accorgendosi che l’imbarcazione non era in grado di continuare il suo viaggio da sola, l’hanno fatta trainare da una nave islandese fino al porto di Corigliano Calabro, scelto come destinazione finale perché quello di Crotone ospitava già altre ‘carrette’ del mare. Giunta al porto è cominciato lo sbarco degli immigrati. Filippo Marini, portavoce della guardia costiera, ha dichiarato che “A bordo c’erano 243 uomini, 43 donne e 74 bambini”. Le loro condizioni di salute si sono presentate pressoché buone, a parte qualche caso di ipotermia. Gli immigrati saranno ora identificati in specifici centri di accoglienza.
I trafficanti di immigrati sono tra i criminali più ricchi del mondo: ogni immigrato deve sborsare tra i 1000 e i 2000 euro per un’ attraversata marittima verso l’Europa. L’emergenza riguarda l’abbandono della nave, già il terzo in quest’ultimo periodo: gli scafisti lasciano gli immigrati al loro destino, mettendo fuori uso il timone, in modo da bloccarli completamente in una rotta verso le coste italiane. Le conseguenze sono spesso drammatiche: il freddo, la fame, la sete, talvolta uccidono i più deboli. Spesso, come in questo caso, i minori a bordo erano ben 74, ma a volte sono di più.
I 360 immigrati siriani inseguivano un sogno di libertà su un’imbarcazione. Chi avrebbe dovuto farli arrivare a destinazione, chi ha intascato i loro soldi, li ha abbandonati a un destino differente. Questa volta il nostro Paese è intervenuto in tempo, salvandoli, ma in quanti ancora devono morire nel Mediterraneo?
By Raffaele Cars