Solidarietà. Con la musica per il progetto “Aleppo” di UNICEF
NAPOLI – Non cessa il fuoco ad Aleppo, in Siria, a circa sei anni dall’inizio del conflitto. L’UNICEF, nel rinnovare il suo appello affinché l’assedio a tutte le zone della Siria si concluda e sia permesso un accesso immediato e incondizionato agli operatori umanitari in tutte le aree del paese, traccia un programma di iniziative nel piano invernale 2016. Ma le attività di UNICEF in Siria necessitano di fondi e questo ha portato 4 ragazzi napoletani, con passioni artistiche diverse, a unirsi per un progetto volto a raccoglierne il più possibile.
Si chiamerà “Another Road for Christmas” il singolo scritto e cantato dal volontario Younicef Marco Abete, in arte Zärat; e Giulio Canosa agli archi, accompagnato da un’animazione disegnata e animata dalle artiste amatoriali Alessandra De Stefano e Gabriella Coppola. Il singolo, tutelato da licenza Creative Commons e non depositato alla SIAE, sarà venduto in copia fisica a partire da lunedì 12 e il ricavato sarà dato in beneficenza.
Il brano avrà come oggetto la storia, narrata in prima persona, di un bambino siriano che arriva sulle coste dell’Europa tramite mare, al fine di scoprire nuovi orizzonti e nuovi odori.
L’Unicef al momento sta provvedendo al rifornimento di carburate della stazione di pompaggio di Aleppo, garantendo ogni giorno 5 milioni di litri di acqua portabile distribuita a circa 1,2 milioni di abitanti, e a quello di 90 pozzi artesiani nella zona ovest della città. Nella città è attivo un team mobile di specialisti in salute e nutrizione infantile che prevede alla vaccinazione di molti bambini sprovvisti di quelle di base. Con il ricavato sarà possibile continuare a fornire a questi bambini kit di prima necessità per l’inverno, che comprende un giubbotto, un maglione, una sciarpa, un cappello di lana, calzini, guanti e un paio di stivaletti pesanti. Al riguardo abbiamo intervistato i 4 volontari.
Marco Abete come è nato il progetto?
«È un progetto speciale. L’ho scritto perché a conoscenza di quello che sta succedendo nella Siria. Essendo un volontario Younicef ho deciso di distribuire questo singolo in copia fisica e poi dare il ricavato in beneficenza a Unicef per la campagna Aleppo.»
Perché non depositare questo brano alla SIAE, come i precedenti?
«Credo che un autore abbia altri modi per tutelarsi. La SIAE fino a 30 anni con il cambio della legge è gratuita, ma dopo i 30 anni il rinnovo dell’iscrizione supera le centinaia di euro annue. Per questo brano ho scelto Creative Commons, una no profit che concede un diritto d’autore con valore giuridico, ma rilasciato gratuitamente. Nonostante sia gratuito, manterrò tutti i diritti riservati all’autore. »
Gabriella Coppola e Alessandra De Stefano, cosa vi ha spinto a partecipare a questo progetto?
Gabriella: «Beh, diciamo che comunque credo molto nelle capacità di Marco: mi piacciono molto i suoi testi e le sue melodie in generale. Quando mi ha fatto ascoltare questo brano nello specifico, mi ha colpito e soprattutto toccato molto nel profondo. Per questo, quando ha proposto a me e ad Alessandra di far parte del progetto, soprattutto visto il fine che aveva, non ho potuto far altro che accettare.»
Alessandra: «Il progetto in sé! In particolare mi sono innamorata immediatamente della canzone e quando è arrivato il momento di iniziare a buttare giù qualche idea sia io che Gabry eravamo talmente ispirate che sono uscite subito! Eravamo quindi già convinte fin dall’inizio a voler partecipate. La collaborazione con l’UNICEF è stato poi quello che ci ha spinto ad accettare l’idea definitivamente! Penso di parlare a nome di entrambe nel dire che il nostro più grande desiderio è quello di ispirare con la nostra arte.»
E’ la prima volta che vi cimentate in un’esperienza simile?
Gabriella: «In realtà sì. Fare la disegnatrice è un sogno che ho sin da piccola e che spero di poter realizzare. Ce la sto mettendo tutta e si può dire che ho colto quest’occasione per potermi mettere in gioco.»
Alessandra: «Precedentamente avevo fatto qualche tentativo per gioco, ma mai nulla di serio. Considero questa la mia prima esperienza e ho imparato molto da essa. E soprattutto mi sono resa conto che questo è il mio sogno. È quello che voglio fare e mi impegnerò a realizzarlo! Speriamo solo che il nostro lavoro vi piaccia e che vi comunichi quello che volevamo comunicare!»
By Zaira Magro