Napoli. Raccolta differenziata. Iacotucci: “Nel 2017 l’impianto di compostaggio a Napoli Est”
NAPOLI – Sta per concludersi il 2016, un anno importante per la città di Napoli, diventata una meta molto amata dai turisti. Ma soprattutto una città che differenzia. In questi ultimi due mesi infatti i dati sono incoraggianti: raggiunto quasi il 34% con un incremento di circa 2 punti al mese, un impegno civico che trova i cittadini napoletani disponibili e partecipi al progetto della raccolta differenziata.
La campagna di comunicazione che propone l’ASIA, l’Azienda Servizi di Igiene Ambientale più grande del Sud, con oltre 2.200 dipendenti, è accompagnata dal seguente slogan: “Napoli è differente”. E prevede di sensibilizzare i cittadini nel rispetto del decoro urbano e avere cura della propria città, per renderla sempre più accogliente. Al riguardo abbiamo rivolto alcune domande all’Amministratore unico ASIA, il Dott. Iacotucci Francesco, ingegnere e ricercatore.
I dati sono positivi, ma quali sono le esigenze del territorio?
«Mi fa piacere sottolineare che il dato si può vedere anche dal grafico della crescita della raccolta differenziata, è una crescita costante oramai nell’ultimo anno e mezzo. Quello che oggi sta avendo l’azienda invece è un piano con delle attività: noi abbiamo avuto nell’ultimo anno un incremento di quasi l’8% per la differenziata, determinato proprio da un insieme di attività che abbiamo messo sul territorio, circa 100mila abitanti in più sul porta a porta. Abbiamo incrementato di molto anche la presenza delle installazioni stradali, abbiamo aperto nuove isole ecologiche. Quindi sono tutte attività che sono lì non a dimostrare, ma a spiegare poi i risultati. E lo stesso lo abbiamo anche nel piano del prossimo biennio».
Tuttavia sono ancora troppe le persone che non applicano la raccolta differenziata, che fare?
«Questa città ha bisogno prima di tutto di un certo approccio culturale alla raccolta differenziata, la cosa che più manca. Lo vediamo quando andiamo anche a fare le multe, con i nostri ispettori ambientali, che non è entrata nella normalità della vita quotidiana. La gente in verità si indigna del rifiuto per strada, anche se è il suo. Da una parte c’è uno scarso senso delle aree pubbliche, ormai tutti quanti abituati a vivere nelle proprie case: già fuori alla propria strada o al proprio appartamento, quello è di qualcun altro. Sicuramente ci sono molte cose da fare, molte attività e quindi c’è bisogno di tantissima pazienza e costanza».
Il 16 novembre 2016 è stata inaugurata l’VIII isola ecologica nel rione Sanità, che servizi offre?
«Si apre un centro di raccolta dove veramente si può portare tutto in una zona centrale di Napoli, una zona per tante persone inaccessibile. Era infatti una zona in cui non si poteva fare niente, spessissimo sentivo persone interne a questa azienda che dicevano: “lì non si può fare”; “lì è proprio tempo perso”; lo si diceva per i Quartieri spagnoli, per la Sanità. Io penso che un’azienda pubblica abbia una responsabilità diversa rispetto alle altre: deve cercare di essere anche il motore del cambiamento. Il centro di raccolta in quel territorio è proprio il segnale di dire “io credo in te, credo nei singoli, e ti do una possibilità concreta di poter dare un contributo, in maniera costante, forte”, e infatti ci siamo offerti alle scuole del territorio, abbiamo portato i bidoncini ai commercianti, le campane per la raccolta stradale, cioè abbiamo iniziato a parlare banalmente di raccolta differenziata».
Impianto di compostaggio nell’area Napoli Est nel 2017?
«Assolutamente si! Noi l’abbiamo messo nel nostro piano, è proprio uno degli snodi centrali. Basta pensare che soltanto quest’anno arriveremo a raccogliere 55mila tonnellate di frazione organica, che va tutto fuori. Quindi il fatto di aver un impianto nostro è veramente lo snodo, prima di tutto economico, perché stiamo parlando di economia che va direttamente ai cittadini, e quando parliamo di risparmi non parliamo di cose da poco, solamente per Napoli stiamo parlando di quasi 3milioni di euro all’anno che incidono sulla tassa dei cittadini: un peso importante. Quindi anche iniziare a dire che la raccolta differenziata inizia a diventare un vantaggio nella tariffa, è comunque un elemento importante».
Il porta a porta si sta incrementando in ogni zona?
«Io non credo nel porta a porta in tutta la città, in una città come Napoli è sicuramente un metodo più costoso rispetto ad altre. Il porta a porta consente un passaggio fondamentale che è l’attimo di comunicazione singolo con le persone nel momento in cui uno va a consegnare il kit. Tutti devono poter fare la raccolta differenziata, basti pensare che le Regioni, che hanno una storia maggiore per la raccolta differenziata, molte di queste il porta a porta l’hanno abbandonato, per volontà degli stessi cittadini, perché una volta che la coscienza è in qualche modo entrata in maniera importante in loro, non hai il fastidio di metterlo dentro o fuori il bidoncino e trovi un equilibrio in cui hai i risultati: l’economia e l’igiene di una città migliore. Un passo alla volta».
By Chiara Arciprete