Istruzione. A Torino una scuola senza ansie
TORINO – La riapertura degli istituti secondari e primari, in seguito alla fine delle festività natalizie e di fine anno, annuncia la ripresa delle attività scolastiche per numerosi ragazzi e bambini. Molte sono tuttavia le proteste dei genitori, che attraverso i social e le testate network criticano l’eccessivo carico di compiti assegnati dai docenti per il periodo delle vacanze di fine anno.
Spesso privi di tempo da dedicare a se stessi, ragazzi e bambini si ritrovano così spogliati di una sezione temporale fondamentale per la propria crescita: il rapporto con i coetanei e con i familiari. Un argomento che ha spinto Laura Milani, Direttrice dell’Istituto d’Arte Applicata e Design, ad aprire da settembre di quest’anno, a Torino, una scuola elementare ‘possibile’ che vada incontro alle esigenze dei genitori in materia di tempo libero, e che garantisca uno sviluppo cognitivo efficace e adatto alle esigenze di ogni studente, nonché rispettoso della propria soggettività. Al riguardo le abbiamo rivolto le nostre domande.
Una scuola senza voti né compiti per casa?
«L’idea di strutturare La scuola possibile nasce dopo circa 2 anni di lavoro. Io sono il Direttore di IAAD Istituto d’Arte Applicata e Design e come università il tema bambini-creatività-scuola è da tempo uno dei più sensibili. Nell’affrontarlo sono via via arrivata a decidere di fondare una scuola dove mettere in pratica i risultati di questo studio. Il nostro approccio si fonda sulla logica di Dewey, del Learning by doing, e questo approccio è in stretta connessione con il significato del progettare, con il design thinking. La finalità della scuola è quella dell’esperienza, dell’espressione, del racconto, della dimostrazione. L’esperienza è l’elemento cardine e i linguaggi sono la strada dell’esperienza.
La scuola possibile nasce quindi dall’incontro di energie ed esperienze differenti che si sommano per realizzare un progetto di scuola primaria libero da costrizioni di ogni natura e livello, facendo in modo che intelligenze e saperi convergano nella creazione di un ambiente di eccellenza educativa. La scuola possibile è una comunità aperta di crescita personale e culturale, capace di guidare e accompagnare il bambino nello sviluppo naturale delle sue attitudini, capacità e interessi, offrendogli costanti opportunità e stimoli di miglioramento.»
Quali saranno le materie di studio e quale l’approccio educativo?
«La scuola possibile riconosce la ricchezza della tradizione culturale italiana e ne fa strumento per aprirsi al mondo tramite forme didattiche innovative, che prevedono una suddivisione bilanciata dell’insegnamento tra cinque aree principali: educazione linguistica, educazione artistica, educazione scientifica, educazione musicale, educazione fisica. L’obiettivo è il superamento dell’educazione tradizionale basata sul trasferimento nozionistico, ben rappresentato dalla rigida suddivisione in materie scolastiche, a vantaggio dell’adozione di metodologie educative dinamiche, interdisciplinari ed esperienziali fondate sulle scienze cognitive, e volte alla libera formazione del pensiero, dell’emozione, dell’immaginazione, dell’intellezione e della creatività. Attraverso questi percorsi educativi il bambino scopre un vasto vocabolario comunicativo ed espressivo, costruendo man mano una personale coscienza e conoscenza di sé, degli altri e del mondo circostante. La metodologia adottata prevede un continuo monitoraggio dei risultati del percorso educativo e la loro costante condivisione con i genitori tramite resoconti scritti, informazioni sulle attività didattiche svolte o da svolgere, incontri informativi genitore-educatore.»
Come si articolerà dunque una normale giornata nella scuola ‘possibile’?
«L’attività didattica, già comprensiva dell’educazione fisica e artistica, è articolata per esaurirsi nell’orario scolastico; all’uscita dalla scuola il bambino avrà a disposizione un tempo sereno per costruire e fortificare legami famigliari e personali fondamentali per il suo sviluppo affettivo e relazionale, e per garantire la sua rigenerazione fisica e mentale. In quest’ottica, la didattica non prevede l’assegnazione di compiti a casa. Sin dal primo anno di scuola è prevista l’integrazione della lingua inglese nelle attività didattiche, con l’intento di fornire al bambino un ulteriore stimolo alla crescita, preparandolo a esplorare liberamente un mondo in cui l’inglese è ormai lingua franca internazionale dei mestieri e dei saperi. Al fine di assecondare l’apprendimento naturale e spontaneo della lingua inglese tramite un percorso graduale, l’educazione è impartita da educatori di madrelingua.»
Quali sono le principale inefficienza dell’attuale sistema scolastico italiano?
«I punti critici dell’attuale scuola italiana sono diversi, ma naturalmente la scuola italiana ha anche diversi punti di forza come a esempio l’attenzione alle fasce deboli. Elencherei alcuni punti di debolezza riscontrabili in un’analisi attuale, in particolare il non mettere il bambino al centro della scuola, la tensione al livellamento, la complessità del sistema scuola che in primis ruota intorno al corpo insegnanti.»
Quale sarà il risultato finale, al termine dei cinque anni, sull’educazione del bambino?
«La scuola possibile offre ai bambini strumenti contemporanei di comprensione e di relazione con un mondo aperto a cambiamenti e trasformazioni. I bambini sviluppano le capacità di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili a ogni opportunità e, senza alienare la propria identità, di dare nuovo slancio alla propria esistenza anche muovendosi verso mete ambiziose. Una resilienza adeguata è il risultato dell’integrazione degli elementi istintivi, affettivi, emotivi e cognitivi. La scuola possibile vuole formare persone resilienti tramite uno sviluppo psicoaffettivo e psicocognitivo integrati, sostenuti dall’esperienza e dalla capacità di valutare il rapporto con gli altri non solo in termini di benefici, ma anche secondo le dinamiche emotivo-affettive che si realizzano. La contemporaneità sta nell’abilità di guardare al futuro senza ansie o paure, ma con volontà costruttiva e positiva.»