Musica. Pino Mauro & Friends, il disco a fine aprile
NAPOLI – Il palco del Teatro Augusteo, la sera del 2 febbraio 2017, ha ospitato Pino Mauro e tanti artisti napoletani che hanno intrattenuto il pubblico duettando sulle note delle grandi canzoni del cantante napoletano in una kermesse dal titolo “Napoli canta… è amore”. Tutti i duetti saranno presenti in un disco dal titolo “Pino Mauro with friends”, prodotto dalla Zeus, la cui uscita è prevista per la fine di aprile. Al riguardo abbiamo contattato Carlo Luglio, produttore, regista e per l’occasione direttore artistico del concerto.
Molti artisti napoletani hanno reso omaggio a Pino Mauro, duettando con lui in alcune sue canzoni. Come è nato questo progetto musicale?
«Il progetto nasce dal desiderio di tanti e importanti artisti napoletani di far riscoprire un volto della canzone napoletana, caratterizzata da brani che quaranta anni fa venivano quasi derisi dalla cosiddetta ‘Intellighenzia’, ma che ora assumono connotati differenti, poiché se ne riconosce il senso più intimo e quindi, proprio per questo, risultano in grado di far rinascere nel cuore e nella mente delle persone dei ricordi ormai lontani. Il concerto, cui seguirà l’uscita di un disco prevista per fine aprile, è uno spaccato sull’importante periodo storico della canzone e della sceneggiata napoletana. Il disco, prodotto dalla casa discografica Zeus, conterrà al suo interno tutti i dodici brani che sono stati cantati al live del 2 febbraio.
Come sono stati riarrangiati i brani scelti?
«Le canzoni scelte ci hanno appassionato, perché non sono equiparabili al sound nel moderno neomelodico, né a quelle della sceneggiata classica, ma sono delle canzoni cosiddette “della mala vita” o di cronaca e possono essere definite delle antesignane di moderni brani neomelodici. Io e Fabio Gargano (Entrambi sono tra i fondatori della casa di produzione Figli del Bronx – ndr) le abbiamo fatte ascoltare a Massimo Volpe, che si è occupato di riarrangiare le canzoni in chiave moderna, sempre con il benestare di Pino Mauro. I dodici brani, scelti dal vasto repertorio di Pino Mauro, sono stati rivisitati dando loro un sound pop-rock, dab, rock-folk, jazz, swing. Sono canzoni di malavita, di onore, i cui testi possono far sorridere perché appartengono a un’epoca passata, ma da un punto di vista musicale hanno molto da dire, e Massimo Volpe, con i suoi riarrangiamenti, ha fatto in modo da renderle ancora attuali».
Sono pezzi che attraversano un’intera epoca musicale?
«Assolutamente si, ma c’è amalgama in tutti questi pezzi. Si ritrova innanzitutto l’anima di Pino Mauro e di una tradizione canora partenopea. Con questi arrangiamenti il pubblico si accorgerà che ai brani viene dato un sound nuovo, grazie anche alla partecipazione di artisti come Enzo Gragnaniello, Fausto Mesolella, Raiz, M’Barka Ben Taleb, Marco Zurzolo e Toni Cercola e tanti altri».
In che modo gli artisti hanno contribuito nel processo creativo?
«Artisti come Gragnaniello o Raiz hanno dato la loro impronta ai pezzi, contribuendo non solo con il loro sound vocale, ma anche musicale. Ci sono inoltre artisti come Ricciardi, Vollaro e la Uanema Orchestra che hanno riarrangiato personalmente i brani».
Nel disco saranno presenti quattro canzoni che parlano d’amore e altre otto che affrontano temi sociali. La tematiche sociali trattate sono ancora attuali?
«Una canzone come “Ò motoscafo”, reinterpretata da Mauro, Gragnaniello e Sepe, raccontava la morte di tre contrabbandieri uccisi da un marine americano. Racconta quindi la morte di persone che in questo modo tentavano di sbarcare il lunario, di procurasi il pane per la giornata. In questi brani vengono affrontati i temi della vendetta, dell’onore, della sfida, del carcere, mentre ritengo che oggi le tematiche vertano più sui sentimenti o sulla quotidianità. Ma di certo non si può negare che comunque oggi vengono affrontati temi sociali, ma in maniera del tutto diversa. Non c’è il piglio di una volta, il sociale di cui si parla nei brani di Pino Mauro era trattato da chi aveva una certa cultura e una reale curiosità sulla cronaca».
E le canzoni d’amore?
«Sono quattro brani molto belli. “Nun t’aggia perdere” per esempio, Pino Mauro la canta insieme a M’Barka Ben Taleb, che canta in francese. C’è poi “Vaseme” interpretata da Gragnaniello e Valentina Stella; e “O bene mio”, un classico di Pino Mauro, riarrangiata sempre da Massimo Volpe con l’intervento musicale di Marco Zurzolo. Tra i brani c’è anche “Ammore amaro” cantata con Barbara Bonaiuto, pezzo con cui esordì Pino Mauro nel 1954, cantato per la prima volta proprio al Teatro Augusteo nel 1956».
By Ilaria D’Alessandro