Napoli. La Rete per il diritto alla Salute in piazza per difendere la Sanità pubblica
NAPOLI – La mattina di venerdì 7 aprile, la Rete per il diritto alla Salute si è mobilitata per la Giornata Europea di Azione contro la commercializzazione della salute, organizzando un corteo partito alle ore 11:00 da Piazza Garibaldi a Napoli per raggiungere gli ospedali del centro storico, che attualmente subisco lo smantellamento a causa delle scelte di liberalizzazione della Sanità pubblica. Il corteo poi verso le ore 15:00 ha raggiunto Piazza Dante, dove la mobilitazione ha dato vita a una serie di iniziative con gazebo informativi, ambulatori gratuiti e spettacoli musicali e teatrali, tutto per rivendicare un modello di Sanità pubblica gratuita e universale.
La mobilitazione fa parte di una serie di manifestazioni internazionali organizzate per la European Day of Action e promossa dal Europe Health Network che, con lo slogan #health4all, condanna le politiche europee tese a distruggere il welfare con tagli alla spesa pubblica, favorendo le diseguaglianze nella tutela e nell’accesso alle cure mediche, e favorendo di conseguenza la Sanità privata.
All’evento hanno partecipato sigle sindacali, centri sociali della sinistra partenopea e comitati di operatori sanitari a difesa dei tanti presidi che attualmente sono in fase di smantellamento.
“La crisi economica è servita come copertura ideologica per le liberalizzazioni”, denuncia Paolo Fierro di Medicina Democratica, “ciò ha portato all’esclusione delle classi popolari europee tradizionali e delle nuove classi di lavoratori immigrati all’accesso delle cure. Ciò ha comportato fenomeni gravissimi che sono evidenti un po’ dappertutto a macchia di leopardo, nel nostro Sud in particolare. Noi abbiamo assistito ad anni di commissariamento, di super manager che prometteva di risolvere buchi finanziari terribili, e cosa ha portato questa processo? In Campania abbiamo fatto un’indagine su dati statistici ufficiali e prendendo alcuni indici di riferimento, come la mortalità infantile, e abbiamo osservato che nel meridione la media di mortalità è di quasi un punto più alta rispetto alla media italiana e europea. Abbiamo confrontato la speranza di vita alla nascita: mediamente la vita di ogni italiano dovrebbe essere di 79 anni per gli uomini e di 84 per le donne, la Campania è distanziata di due punti, cioè 76 e 82 anni. Ma se andiamo a vedere le province più difficili, cioè quelle più colpite dalle ecomafie come Napoli e Caserta, la media scende di tre punti. Per quanto riguarda l’assistenza territoriale, cioè quello strumento che evita il ricorso all’ospedale, in alcune zone è completamente assente. La Campania è infatti l’ultima in classifica nel garantire i livelli essenziali di assistenza”.
Anche Rita Maffei, del Presidio di Salute Solidale che nell’ambulatorio autogestito di Banchi Nuovi organizza visite di medicina generale gratuite e sportelli informativi, ha commentato: “Nonostante dopo la riforma del ’78 il sistema sanitario sia teoricamente pubblico, nel corso degli anni, le varie riforme di aziendalizzazione l’hanno reso sempre più privatizzato, con l’esternalizzazione dei servizi. Oltretutto c’è pure la questione degli aumenti dei ticket per rientrare nei costi di spesa, quindi molte persone hanno rinunciato a curarsi causando un aumento della mortalità, senza contare che stanno chiudendo tutta una serie di servizi sul territorio, come l’Ospedale Ascalesi o il Pronto Soccorso del San Gennaro”.