Economia. Italia 3° esportatore mondiale di avorio
WASHINGTON – Oltre quello delle armi, esistono commerci di cui tutti i Paesi dovrebbero vergognarsi, tra questi c’è la vendita legale o illegale di avorio. Sabato 12 agosto, durante la Giornata mondiale dell’elefante, è stato pubblicato uno studio elaborato dalla Ong ambientalista EIA, Environmental Investigation Agency, sulla base dei dati raccolti dal CITES, la Convenzione sul commercio nternazionale delle specie minacciate di estinzione. Secondo la ricerca realizzata tra il 2010 e il 2015, l’Italia risulta essere il terzo Paese al mondo per esportazioni di oggetti d’avorio legale, preceduta dal Regno Unito e dagli Stati Uniti d’America, precisamente il nostro Paese ha esportato 8.627 oggetti in avorio, piazzandosi dietro ai britannici (36.135) e agli statunitensi (9.824).
Secondo lo studio dell’EIA, il Regno Unito è il primo esportatore mondiale in tutti gli anni presi in esame, a eccezione del 2015, in cui è stato superato dall’Italia per numero di oggetti esportati. Inoltre, sempre nel periodo 2010 – 2015, il nostro Paese è risultato essere la seconda nazione per esportazioni verso la Cina e Hong Kong, dove sono finiti ben 7.772 oggetti d’avorio. Ma il primato è in ogni caso del Regno Unito, con 13.056 oggetti; mentre in questa speciale e incivile classifica economica dietro di noi troviamo lo Zimbabwe, con 6.021 oggetti.
Al riguardo Mary Rice, il direttore esecutivo dell’EIA, ha dichiarato che le esportazioni d’avorio “stanno stimolando la domanda dei consumatori a livello globale e specialmente in Cina e Hong Kong, due dei più grandi mercati al mondo sia per l’avorio legale che per quello illegale. Ma tale commercio offre un’opportunità di riciclaggio dell’avorio illegale”.
Ricordiamo che, in base alle regole internazionali, a essere esportabile legalmente è solo l’avorio importato prima del 1976, anno di entrata in vigore delle norme CITES a protezione degli elefanti, e munito di regolare certificato. Ed è inoltre possibile mettere in commercio oggetti d’antiquariato, come a esempio pezzi di scacchi, tasti di pianoforte o palle da biliardo, esclusivamente se lavorati prima del 1947.