Attivismo. A Marano l’assemblea di “Potere al Popolo”
MARANO DI NAPOLI – Martedì 12 dicembre, alle ore 18:30 nella sala Cavallo del Comune di Marano di Napoli, in via Umberto I 16, si svolgerà la prima assemblea territoriale del progetto politico “Potere al Popolo”. L’evento del comitato locale rappresenta la prima assemblea del movimento nell’Area Nord di Napoli, dopo che il 18 novembre scorso, al Teatro Italia di Roma, gli ormai tantissimi attivisti dell’Ex OPG Je so’ pazz di Napoli hanno deciso di dar vita a una lista popolare per le prossime elezioni. Durante l’assemblea territoriale, aperta a tutti i collettivi e ai singoli cittadini impegnati nelle tantissime battaglie locali, interverrá l’ex OPG Je so’ pazz per offrire una panoramica generale sulla campagna elettorale che si accingono ad affrontare.
Gli attivisti, si legge nel loro comunicato, denunciano la necessità di organizzarsi per sovvertire la situazione in cui versano le periferie, in particolare l’area Nord di Napoli attenagliata nella morsa della Terra dei Fuochi, causa del disastro ambientale; e dell’alto tasso di tumori; la criminalità; la politica corrotta e da un tasso di disoccupazione che spinge sempre più giovani a migrare all’estero.
Al riguardo abbiamo intervistato Gabriele, attivista locale di “Potere al Popolo”.
Come stimolare la partecipazione popolare?
«”Potere al popolo” ha il suo essere proprio nella partecipazione popolare. Tutto nasce dal tentativo di rottura dei classici schemi a cui ci hanno abituato i politici, e proprio per questo abbiamo lanciato questa ‘pazzia’ di costruire una lista popolare per le prossime politiche. Per mettere al centro del discorso quelli che sono i reali bisogni della gente; per portare al centro dell’attenzione chi ogni giorno lotta sui territori, per dare voce a chi non si arrende e prova a cambiare le cose attivando reti di solidarietà, di mutuo soccorso, lottando e mettendo in campo percorsi politici reali che hanno come unico grande obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita di tutti. Quindi, come permettere la partecipazione? Dando voce a chi troppo spesso viene oscurato e ignorato, persone come me, come te e tantissimi altri che invece di abbassare la testa dinanzi le ingiustizie, si ribellano, si organizzano e lottano.»
Come si realizza ciò?
«Organizzando, come sta accadendo in tutta Italia, assemblee territoriali dove incontrarsi, discutere e decidere tutti insieme quali debbano essere i punti fondamentali del programma elettorale e le priorità attraverso cui costruire una società più giusta. Per noi il cambiamento passa attraverso l’impegno e il protagonismo di ogni singolo individuo e solo con un lavoro collettivo dal basso potremmo raggiungere tali obiettivi.»
In quali lotte siete impegnati?
«Da anni siamo impegnati sui territori per migliorarli, per non regalarli all’abbandono e alla devastazione. Martedì a Marano ci sarà l’assemblea di lancio qui nell’area nord, un’assemblea territoriale che stiamo costruendo assieme alle tante realtà che stanno lottando contro la devastazione ambientale, penso a esempio alle lotte contro l’inceneritore o contro l’apertura delle discariche, passando per le lotte contro l’installazione selvaggia di ripetitori telefonici, o contro la privatizzazione o l’abbandono degli spazi pubblici, per il diritto a un lavoro sicuro e dignitoso, e passando per chi è impegnato quotidianamente a contrastare fenomeni come il razzismo o la violenza di genere, e più in generale assieme a chi si oppone allo smantellamento di quei servizi come la sanità, l’istruzione e il trasporto pubblico. Queste sono le battaglie in cui sono impegnati tutti coloro che hanno accettato questa sfida politica.»
Quali sono le realtà che aderiscono al progetto politico nato a Roma?
«Abbiamo lanciato una proposta, quella della costruzione di una lista popolare per le prossime elezioni politiche che parli realmente dei bisogni del popolo e sia veramente costruita dal basso. Una sfida che hanno accettato, e continuano ad accettare migliaia di persone, partiti come Rifondazione Comunista, piattaforme come quella di Eurostop, comitati, associazioni, collettivi e centri sociali. Evito di fare elenchi perché rischierei di dimenticare qualcuno, visto la quantità di adesioni che stiamo ricevendo, finendo per fare torto a qualcuno e soprattutto perché parliamo di un progetto che si regge proprio sul protagonismo di tutti.»