Arte. Le visioni tourettiche di Alfredo Troise
NAPOLI – Lunedì 8 gennaio alle ore 19:00 a Napoli, presso i locali de “Il tempo del vino e delle rose” a piazza Dante, è stata presentata l’esposizione dell’artista Alfredo Troise, pittore napoletano. L’esposizione, composta da 4 dipinti dal forte impatto visivo, con colori forti e a libera interpretazione, è stata presentata dal giornalista Riccardo Bruno, con un intervento poetico di Marco Melillo.
Durante la serata l’artista ha risposto alle domande del pubblico, raccontando se stesso e la sua evoluzione. Il tema della mostra sono gli occhi, lo sguardo, scomposti, sviscerati, quadri che denotano anche l’oscurità di un’anima che cerca con pennellate dai colori accesi di trasformare il dolore, la rabbia, in qualcosa di buono.
Alfredo Troise è affetto dalla sindrome di Tourette dall’età di sei anni, un disturbo neurologico che comporta un’incontinenza motoria e verbale. Abbiamo incontrato Alfredo prima della presentazione e in un’atmosfera goliardica, tra una birra e una risata, gli abbiamo rivolto le nostre domande.
Quando ha iniziato a dipingere?
«Dall’età di sei anni sono affetto dalla sindrome di Tourette, sono un diverso, e ho trovato il modo di trasformare il disagio in arte. Quella che vedi è un’evoluzione, perché prima i miei quadri erano cromofobici, a differenza dei nuovi che sono più colorati e vivaci»
Qual è la visione tourettica?
«Pregiudizio e preconcetto, questi i temi, gli occhi! Gli occhi sono importanti, lo sguardo, la gente ti guarda, ti giudica, è il pregiudizio della società verso il diverso, in automatico è il mio sguardo indagatore verso la società»
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