Isis. Vedova giornalista giapponese: “sono fiera di lui”
TOKYO – Ha rotto il silenzio la vedova del reporter giapponese Kenji Goto, decapitato recentemente dall’ISIS, dichiarando alla Fondazione Rory Peck di essere distrutta dal dolore ma fiera del marito.
Non è mai apparsa in pubblico in questi giorni Rinko Goto. Nel rispetto della sua perdita ha preferito lasciare un messaggio attraverso la Fondazione Rory Peck: “Anche se sento un’enorme perdita, continuo ad essere estremamente orgogliosa di mio marito, che lavorava per dar voce alla gente delle aree in conflitto come Iraq, Somalia o Siria. Mio marito voleva portare alla luce le conseguenze della tragedia della guerra sulla gente comune, e soprattutto i bambini”.
Il 47enne giapponese aveva due figlie, la più piccola nata da poche settimane. Si era recato sul territorio islamico a Ottobre scorso con l’intenzione di raccontare della guerra civile in Siria. Il reporter decapitato da John il jihadista è il secondo ostaggio giapponese ucciso dall’ISIS nell’arco di una settimana. A tal proposito si è espresso il Premier nipponico Shinzo Abe, che si sta muovendo per aumenatare le misure di sicurezza per lo stato giapponese e condurre blitz militari per liberare coloro che sono tenuti in ostaggio: “Tutelare la sicurezza dei cittadini giapponesi è responsabilità del governo. Su di me grava la maggiore responsabilità”. Nella stessa direzione anche il Presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, che insieme agli alleati sta cercando di individuare dove sia tenuta prigioniera la 26enne americana che lavorava per un’organizzazione umanitaria, catturata lo scorso anno in Siria.
Esprime molta preoccupazione anche il ministro degli Esteri australiano Julie Bishop, secondo il quale gli jihadisti potrebbero estendere le loro operazioni fino all’Afghanistan, anche se per il momento rimane solo un’ipotesi: “Non ci sono prove certe che l’Isis abbia una presenza in Afghanistan. Ma c’è il timore che, se dovesse l’Isis distogliere le sue attenzioni dall’Iraq e dalla Siria, esistano elementi talebani che sarebbero contagiabili dalla sua brutale ideologia. Ne siamo consapevoli”.
Nonostante gli impegni da parte degli Stati alleati di combattere e tenere sotto controllo eventuali nuovi attacchi terroristici da parte dell’Isis, l’angoscia e il terrore per un nuovo attentato sono sempre alti.
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