Testamento biologico. Report incontro alla Sapienza con Marco Cappato
ROMA – Lunedì 16 aprile alle ore 14:00 il museo di Storia della medicina, situato nella sede dell’Università Sapienza di Roma, ha ospitato l’Associazione Luca Coscioni per discutere sulla legge inerente il Testamento biologico, entrata in vigore il 31 gennaio 2018.
All’incontro sono intervenuti Mina Welby, co Presidente dell’Associazione Luca Coscioni; Matteo Mainardi, coordinatore della campagna Eutanasia Legale; Mario Riccio, medico anestesista e consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni; Rocco Berardo, avvocato e membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni; Gilberto Corbellini, direttore del Dipartimento di Scienze sociali, umane e patrimonio culturale del CNR nonché consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni.
Il dibattito è stato coordinato da Susanna Sordini, studentessa di Medicina e Chirurgia e membro dell’Associazione Luca Coscioni e si è concluso con l’intervento di Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione.
In previsione della Giornata del Biotestamento, che si terrà in tutta Italia il 21 aprile, i membri dell’Associazione hanno illustrato durante il dibattito i vari aspetti medici e giuridici della legge 219/2017, ribadendo il principio per cui nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata.
Suicidio assistito, eutanasia: queste le parole chiave attorno a cui si è tanto discusso durante l’evento per capire le motivazioni che hanno spinto, nel 2017, i membri dell’Associazione ad accompagnare in Svizzera Dj Fabo, cieco e tetraplegico in seguito a un incidente stradale e Davide Trentini, gravemente malato da anni di SLA, ed aiutarli a ottenere il suicidio assistito.
Tante le critiche e le perplessità mosse all’epoca nei confronti soprattutto di Marco Cappato, leader dell’Associazione, in riferimento alla vicenda di Dj Fabo e che l’ha visto colpevole del reato di “aiuto al suicidio”: accusa che fa riferimento all’articolo 580 del codice penale e che prevede la contestazione per “chiunque aiuta o determina altri al suicidio ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione”.
Ad accompagnare Trentini in Svizzera anche Mina Welby, copresidente dell’Associazione, la quale, insieme a Cappato, è stata rinviata a giudizio per la morte dell’uomo e il 31 maggio 2018 sarà sottoposta all’udienza preliminare.
Durante l’incontro, svoltosi nella sala di lettura del Museo di Storia della Medicina, si è posta l’attenzione anche sull’importanza del consenso informato e della presenza del fiduciario, il quale ha il compito di garantire che vengano espresse le volontà del malato e fare in modo che siano rispettate. Infatti, secondo l’articolo 4 comma 2 delle legge, in materia di disposizioni anticipate e trattamento, si dichiara che il fiduciario debba essere una persona maggiorenne, con capacità di intendere e di volere e che l’accettazione della nomina debba avvenire attraverso la sottoscrizione delle DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento).
Ci troviamo oggi in una società in cui la rivoluzione biomedicale orienta la medicina, seppur lentamente, verso un modus operandi più tecnologicamente strutturato: una sorta di medicina 4.0 in cui etica e tecnologia convivono in sinergia per garantire migliori cure al malato.
Sebbene l’Italia sia il penultimo paese in Europa a fornire una legge sul fine vita, così come spiegato durante l’evento, tramite le normative inerenti il Testamento biologico finalmente viene valorizzata ora la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico, al fine di garantire rispettivamente l’autonomia decisionale e la competenza.
L’evento si è concluso con un momento di confronto fra relatori e studenti, questi ultimi mossi dalla curiosità di voler capire e riflettere.
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