Libri. Un tuffo nel ‘600 con “Lo cunto di Zoza”
NAPOLI – Venerdì 24 agosto, il PAN ha ospitato la presentazione del libro illustrato “Lo cunto di Zoza”, rivisitazione del cunto cornice de “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile realizzata da Ida La Rana, che ne ha curato testi e tavole grafiche.
Nel tardo pomeriggio di venerdì, il Palazzo delle Arti di Napoli ha aperto le porte a uno degli ultimi eventi della IV Edizione di Napoli Expò Art POLIS. L’incontro ha ricordato un celebre autore della nostra regione: Giambattista Basile, scrittore giuglianese del ‘600, noto al pubblico per il suo “Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille”, raccolta di 50 fiabe, sul modello del Decameron boccacciano, pubblicata tra il 1634 e il 1636.
L’autrice Ida La Rana ha introdotto il volume, riassumendo gli schemi e i caratteri fondamentali dell’opera di Basile, ricordando che egli “ha sempre posto i contenuti tipicamente barocchi, intrisi di truce, attraverso un linguaggio aulico”. Nel volume di La Rana infatti il linguaggio delle scene più crude è stato smorzato per risultare gradevole a un pubblico giovane, senza pericolo di sconvolgerlo con macabri dettagli. Stefania Spisto, rappresentante de “Il Quaderno Edizioni”, editore del libro, ha sottolineato la grandezza di Basile in quanto precursore di autori per l’infanzia come Andersen e i fratelli Grimm, e l’attualità del suo componimento, poiché esso ispira opere anche di recente realizzazione come il film d’animazione del 2017 “Gatta Cenerentola”.
E’ intervenuta anche Lucilla Parlato, direttrice della testata “Identità Insorgenti”, che ha espresso la necessità di riscoprire le radici della cultura napoletana, presentando la proposta avanzata dallo scrittore Maurizio De Giovanni di istituire la cattedra di lingua napoletana all’Università “L’Orientale” di Napoli. La conclusione dell’evento è stata affidata a Ernesto Nocera, che ha affermato: “Questo libro è importante perché apre una porta su una foresta incantata, dove le metafore sono qualcosa di meraviglioso”, lanciandosi poi nell’approfondimento di alcune espressioni adoperate dal Basile nel suo capolavoro.
Il pubblico ha poi assistito alla lettura recitata da Gennaro Falconetti e le suggestive villanelle napoletane, riprodotte dalla voce di Manuela Renno e la musica di Mimmo Matania, dell’associazione culturale Napulitanata, che ha trasformato la sala in un salotto seicentesco, permettendo un’immersione a 360 gradi nell’atmosfera de “Lo cunto de li cunti”.
L’autrice La Rana, professoressa di arte, illustratrice per passione, ha risposto alle nostre domande.
Perché rappresentare l’opera di Basile?
«Non è la prima volta che mi accosto a Basile; ho già rappresentato un altro cunto della sua raccolta (“Le due pizzelle” Ida La Rana, Carmela Casinelli, edito Il Quaderno Edizioni, 2015 – ndr), ma ho notato che nessuno ha mai preso in considerazione lo cunto cornice, una storia a sé stante con tutte le caratteristiche del cunto; passa spesso inosservato e invece è cruciale, ad esso Basile affida tutta la sequenza delle fiabe, quindi l’ho ritenuto ancora più importante.»
Ci saranno volumi illustrati dedicati ad altri autori napoletani?
«Sì, sicuramente. Con la casa editrice “Il Quaderno Edizioni” ho già collaborato alla realizzazione della cover di un’opera di Matilde Serao (“Cristina”, edito Il Quaderno Edizioni, 2017 – ndr), che rientra in un progetto editoriale che tocca i più grandi nomi della letteratura partenopea. Io, pur essendo vesuviana, mi sento molto vulcanica, molto presa dalla cultura napoletana. Sicuramente continueremo!»
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