Cortometraggio. Luca Basile pubblica “Lo chiamavano Teatro”, per non scomparire
ROMA – A un anno dalla comparsa del virus e dal blocco totale delle attività in tutti i teatri italiani, è stato realizzato il corto, disponibile dal 1 marzo su Youtube e trasmesso sulle pagine dei teatri e associazioni che hanno aderito all’iniziativa, intitolato “Lo chiamavano Teatro”, scritto e interpretato da Luca Basile, con la regia di Riccardo Giacomini, girato nel Teatro Trastevere di Roma, produzione Clan sui Generis.
Uno short movie che parte dall’anno 1 d.c. (dopo Covid), per richiamare l’attenzione proprio sugli effetti devastanti che un solo anno senza teatro è riuscito a creare in un settore sempre più impoverito, al quale questa pandemia sembra aver dato il colpo finale. Al corto hanno partecipato Fabrizio Colica, Ludovica Di Donato (giovane attrice divenuta virale per i suoi video su Tik Tok), Luca Basile, Elena Perrone, Matteo Cirillo, Viviana Colais, Fortunato Marco Iannaccone, Silvia La Monaca, Christian Laiontini e la piccola Nina Del Buono d’Ondes.
A distanza di un anno dalla chiusura dei teatri a livello nazionale, un gruppo di curiosi muniti di mascherina si dedica a una passeggiata archeologica condotti da Fabrizio Colica nei panni di una guida d’eccezione. E’ l’1 d.c. (primo anno dopo Covid) e lentamente, sebbene con molte cautele, le persone cominciano a partecipare alle visite guidate. Si tratta in questo caso di un gruppo eterogeneo: una coppia di ipocondriaci (Luca Basile ed Elena Perrone), di entusiasti sempre alla ricerca di nuove chicche da raccontare (Matteo Cirillo e Viviana Colais) e una coppia improbabile poco aperta alle novità (Fortunato Marco Iannaccone e Silvia La Monaca). Segue il gruppo Ludovica Di Donato, nei panni di una spassosa maestra che porta la propria allieva (Nina Del Buono d’Ondes) nelle sue passeggiate archeologiche.
Al riguardo, l’autore e attore Luca Basile dichiara: “Quando ho avuto questa idea ho coinvolto i miei colleghi attori, non avrei mai pensato di trovare tanta sinergia con attori, troupe tecnica e il Teatro Trastevere, che hanno dato la totale disponibilità affinchè questo piccolo corto accendesse l’ennesimo occhio di bue sulla situazione emergenziale di un’arte che in Italia rischia di scomparire. Un anno di assenza che rende estremamente incerto il futuro del teatro. Per chi vive di questo è stato più di una doccia fredda, è stata una rivoluzione di obiettivi a medio e lungo termine, un ripensamento del proprio ruolo, un forzato addio alle scene per cercare alternative durature per sopravvivere.”