Esodo moderno e ripopolamento alternativo di Nagoro
NAGORO – I dati del World Urbanization Prospect lanciano un allarme che in alcune regioni del mondo è già una realtà tangibile: il tasso di urbanizzazione globale, oggi al 54%, nei prossimi quarant’anni salirà di oltre dieci punti percentuali e vedrà l’Africa e l’Asia sempre più protagoniste di questa migrazione dalle campagne alle città, che non accenna a decrescere dal secondo dopoguerra.
L’industrializzazione dei primi anni ’50 e un generale invecchiamento della popolazione delle province ha fatto in modo che le piantagioni delle farmland finissero in rovina, progressivamente abbandonate, e sembra che nessuno abbia la determinazione di investire le risorse fisiche ed economiche necessarie per farle prosperare come un tempo.
Il Giappone è un paese che spesso sorprende per le soluzioni alternative, spiazzanti, in particolare quando affidate alla tecnologia, settore che la vede spiccare insieme a poche altre Nazioni nel mondo. Nel caso della città di Nagoro, la risposta a questa migrazione è invece affidata a qualcosa di più analogico. Ayano Tsukimi infatti, dieci anni fa è tornata nella sua città d’origine, ma lo scenario che le si è presentato è molto diverso da quello che si aspettava: la fabbrica che un tempo dava lavoro agli abitanti di Nagoro è ormai dismessa e di conseguenza la popolazione si è spostata verso città più grandi in cerca di occupazione. I negozi, così come le scuole, sono chiusi, e l’ospedale più vicino dista un’ora e mezza. Lei, ora 64enne, è la più giovane abitante fra i 37 che hanno deciso di vivere ancora lì.
Per allontanare i corvi dal suo orticello, Ayano ha deciso di cucire uno spaventapasseri al quale, nostalgicamente, ha dato le sembianze del padre. Quello è stato solo il primo di una serie di sue produzioni che ancora non vede fine. Questi pupazzi di paglia vestiti da coltivatori, pescatori, impiegati o studenti, dalle fattezze umane molto dettagliate, non abitano più solo la sua casa, ma hanno occupato tutti gli edifici e le strade, cristallizzati nella posa della memoria mentre svolgono le loro mansioni. Sui banchi di scuola si studia in silenzio e alla fermata affollata, forse per la prima volta, nessuno si lamenta del ritardo del bus. Da qualche mese, le voci sulla seconda vita di Nagoro hanno spinto tanti turisti ad avventurarsi fra le valli di Shikoku, la più piccola delle isole nipponiche. Resta da vedere se l’attenzione mediatica riuscirà a far convogliare le attenzioni del governo di Shinzō Abe fuori dalle metropoli e riportare quell’equilibrio urbanistico che non solo il Giappone chiede.
By Antonio Acconcio