La nuova SIAE: comincia oggi l’era Sugar
ROMA – Filippo Sugar è stato eletto oggi pomeriggio nuovo presidente della SIAE, a un mese dallo scandalo per evasione fiscale che ha costretto alle dimissioni il cantautore Gino Paoli.
La Società Italiana Autori ed Editori ha scelto Sugar con 21 voti su 30, dopo una votazione interna al Consiglio di sorveglianza che ha poi reso noto lo scrutinio e il mancato plebiscito, lasciando ugualmente intendere una scelta abbastanza condivisa.
Già presidente del Cda dell’etichetta Sugar Music, il manager milanese, figlio della cantante e ormai produttrice a tempo pieno Caterina Caselli, si ritrova a capo di una Società che vive da qualche anno una delle sue fasi più critiche. Fra le cause principali l’avvento di nuove piattaforme per la protezione dell’opera d’ingegno, la crescente digitalizzazione del copyright e il calo di popolarità della SIAE fra gli autori che, a fronte dei 282 euro versati per associarsi, non riscontrano benefici evidenti per giustificare l’iscrizione. Unica controffensiva degna di nota da parte della Società è stata la scelta, confermata a gennaio, di esentare quasi completamente da queste spese gli autori che non hanno ancora compiuto i 30 anni.
Il 43enne Filippo Sugar, oltre a essere il più giovane presidente nei cent’anni di storia dell’Ente, si appresta ad affrontare una sfida notevole e s’impone traguardi altrettanto importanti di fronte alla stampa: “Una SIAE leader anche rispetto alle altre società di collecting europee”. In Inghilterra però iscriversi alla PRS costa solo 30 sterline e ancor meno in Germania, per non parlare di Soundreef, che è italiana e non prevede costi per gli artisti. “La prima cosa da fare – continua Sugar – è un salto di qualità anche nel rapporto tra SIAE e i suoi associati e tra tutti coloro che ne utilizzano il repertorio”, accennando quindi alla fragilità economica di un gran numero di autori precari.
Il neopresidente ha parlato anche di posizionamento sul digitale, confermando l’impegno per il suo sviluppo in quanto grande opportunità per i contenuti creativi italiani: “Per esempio vorrei un grande motore di ricerca europeo. La nostra sfida è quella di mantenere una tutela e una giusta remunerazione per le opere dei nostri creatori, che oggi vedono la maggioranza dei proventi generati dalle loro opere trattenuti dagli intermediari dei grandi operatori della rete. Tale tutela è fondamentale affinché si continui a essere un Paese che produce opere e identità culturale, piuttosto che un Paese che consuma solo contenuti altrui”.
La nuova gestione pare dunque improntata all’insegna del rinnovamento di una Società – non l’unica in Italia – da anni impantanata nei veleni di una lotta al potere che ne danneggia l’immagine e ne frena lo sviluppo. In continuità col passato invece, la scelta di una figura che, a capo di due aziende, si troverà presto costretto a fugare ogni sospetto di conflitto d’interesse.
By Antonio Acconcio