McCain a Obama: ”Finiscila!”
WASHINGTON – Il Senatore John McCain ha duramente attaccato il presidente americano Barack Obama per aver discusso telefonicamente sulla possibilità di ”riconsiderare” le relazioni politiche con Israele, all’indomani della vittoria elettorale di Netanyahu e della promessa di non volere permettere in alcun modo la formazione di uno stato Palestinese.
”Finiscila con questo scatto d’ira”, sono le parole di McCain, considerato un politico esperto nonché voce di Netanyahu negli Stati Uniti. I dissidi tra Barack Obama e il premier sionista, che vanno avanti ormai da qualche tempo, si sono acuiti con la presenza a inizio marzo di Netanyahu al Congresso degli Stati Uniti d’America, nonostante il gelo mostrato dall’amministrazione Obama. In quell’occasione il premier israeliano, impegnato parallelamente con la campagna elettorale delle elezioni presidenziali (Vinte sullo slancio emotivo della strage al supermarket ebraico di Parigi – ndr), interrotto solamente dai roboanti e duraturi applausi dei senatori, non ha risparmiato nel suo lungo discorso critiche all’alleato statunitense, per quanto riguarda il mancato appoggio nella lotta contro il terrorismo di matrice palestinese. Durante l’intervento Netanyahu non ha omesso però di sottolineare come in tutti questi anni l’amicizia degli Stati Uniti sia stata di fondamentale importanza per lo sviluppo e la protezione dello stato sionista in Medio Oriente. La frattura decisiva però si è avuta solo a seguito delle dichiarazioni di Netanyahu, a poche ore dal termine delle elezioni, di non voler permettere in alcun modo la formazione di uno stato Palestinese. Tale presa di posizione ha irritato non poco Obama, il quale, dopo la riaffermazione del leader di destra israeliano alle presidenziali, ha caldamente invitato il neo premier, in un colloquio telefonico, ad assumere una politica meno aggressiva per quanto concerne la questione palestinese.
”Non so se i politici fanno tutto quello che promettono in campagna elettorale” ha replicato McCain, opponendosi alla presa di posizione del Presidente Obama, il quale però continua a procedere con i piedi di piombo in politica estera.