La Camera vota la “Buona Scuola”, ma le contestazioni continuano
ROMA – Questa mattina la Camera dei Deputati si è riunita per votare il DDL sulla riforma scolastica varata dal Governo Renzi. Alla votazione sul decreto “Buona Scuola” era presente anche il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Nonostante le contestazioni popolari, i primi 7 punti, sui 12 previsti dalla riforma, sono stati approvati.
E’ dunque confermato che non ci saranno più precari nel sistema scolastico, perché a partire dal prossimo anno solare gli insegnanti saranno reclutati esclusivamente tramite concorso pubblico; saranno abolite le supplenze saltuarie; previsto un progetto di miglioramento e autovalutazione per alunni e per gli insegnanti; previsti corsi di formazione e piattaforme che offriranno la possibilità di inserire online i dati della scuola; e infine tutto il sistema scolastico, a partire dal preside per terminare con gli alunni, si impegnerà a individuare e abolire le trafile burocratiche più gravose per il sistema.
Ma intanto nelle piazze le contestazioni sono sempre più numerose. Anche questa mattina, proprio mentre si stava svolgendo la votazione, la COBAS ne ha allestita una a Roma, in Piazza del Pantheon, annunciando 2 giorni di blocco degli scrutini e di sospensione delle attività scolastiche, annunciate anche ulteriori proteste per il giorno 7 giugno, per manifestare ancora contro il Decreto della “Buona Scuola”. Al sit-in di questa mattina hanno partecipato anche sindacalisti e insegnanti, i quali hanno accolto con freddezza i parlamentari che vi hanno preso parte.
Lunedì e martedì sono previste altre due proteste, proprio a Piazza Montecitorio, indette da numerose sigle sindacali, tra le più note: CISL, UIL SCUOLA, CGIL SCUOLA, FLC.
Il Premier Renzi si dice fiducioso, ha promesso circa 100mila assunzioni per quest’anno, e 60mila spalmate negli anni a seguire, per dare finalmente spazio agli insegnanti precari, e a quelli che nonostante i meriti, dai concorsi pubblici, sbloccati solamente da pochissimi anni, sono rimasti tagliati fuori. Inoltre Renzi, a chi lo ha accusato di precettazione (Imporre il termine di uno sciopero – ndr), ha risposto che “fa affidamento sul senso di responsabilità degli insegnanti in carica, che di certo non vanificheranno un anno di lavoro e sforzi, anche da parte degli alunni, bloccando gli scrutini”.
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