L’America ha scelto Harriet
WASHINGTON – Harriet Tubman, donna afroamaricana antischiavista, ha vinto la petizione on line per il nuovo volto sulla banconota da 20 dollari negli Stati Uniti d’America. Tra 16 candidate, Harriet è riuscita a superare personaggi famosi come l’ex first Lady Eleanor Rooselvet; Rosa Parks, icona delle battaglie sui diritti civili degli afroamericani; e Wilma Mankiller, prima donna a capo della nazione Cherokee.
Il sondaggio, durato 20 settimane e votato da 600mila persone, è stato promosso dal gruppo no profit Women on 20s per dare un volto femminile sulle banconote da 20 dollari, ancora oggi raffiguranti effigi maschili come Andrew Jackson, Jefferson, Lincoln, Roosvelt. Il voto per ora ha un valore puramente simbolico, il cambio di immagine arriverà infatti solo nel 2020, anno del centenario del voto alle donne: l’immagine di Andrew Jackson verrà sostituita da quella di Harriett.
Susan Ades Stone, direttrice di Women on 20s, afferma: “Le nostre banconote sono come documenti tascabili per le grandi figure della nostra storia, il nostro lavoro non sarà finito fini a quando non avremo tra le mani un bel biglietto da 20 dollari con l’effigie di Harriet.”. In tutti i tagli del dollaro sono presenti solo figure di uomini bianchi ed è partita una campagna on line per chiedere alla Casa Bianca di cambiare l’immagine delle banconote prima del 2020. Intanto, al riguardo, anche nei due rami del congresso sono pronte proposte di legge presentate da una senatrice e una deputata dei democratici.
Harriet Tubman, schiava di una piantagione del Maryland, riesce a fuggire nel 1849, divenendo una delle principali attiviste dell’Underground Raiload, organizzazione segreta abolizionista finanziata da gruppi liberali di bianchi che aiutavano gli schiavi afroamericani a scappare. Conosciuta col nome di battaglia “Moses”, Mosè della gente nera, fu spia per l’Unione durante la guerra civile, riuscendo a far fuggire in 13 missioni oltre 300 schiavi, tra i quali i fratelli. La “Moses”, armata di pistola, operava nei mesi invernali contro schiavisti e cani addestrati, e contro i fuggitivi ‘indecisi’ che avrebbero potuto mettere a rischio le missioni e l’organizzazione. Prima di morire, le sue parole furono: “Sono stata un guidatore dell’Underground railroad per otto anni e posso dire con fierezza quello che i miei colleghi non possono affermare: non ho mai fatto deragliare un mio treno e non ho mai perso un passeggero”.