Stop della Francia. Accordi lontani sul nucleare iraniano
PARIGI – Sembra ancora lontano un accordo in merito alla questione nucleare in Iran. Questa volta a stoppare le trattative è il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius. “La Francia non accetterà nessun compromesso se verranno impediti controlli e ispezioni in tutti i siti nucleari iraniani, comprese le basi militari”, ha annunciato Fabius durate l’Assemblea Nazionale svoltasi questo Mercoledì a Parigi, sollecitando altri partner europei, impegnati nel programma di negoziazione, ad adottare una posizione simile.
Un duro colpo per l’Ayatollah Ali Khamenei, che solo una settimana prima aveva ribadito con fermezza la posizione delle autorità iraniane in merito alla questione: “Non permetteremo visite straniere all’interno delle nostre basi, né eventuali interrogatori ai funzionari impegnati nella ricerca e nello sviluppo del nucleare”.
Nonostante il no dell’Iran, la Francia non abbandona la linea dell’intransigenza aperta ad eventuali accordi, ma assolutamente contraria a una presunta autonomia in campo decisionale e organizzativo del governo iraniano. Il travagliato percorso di accordi e trattative, iniziato più di un anno fa, sembra essere ancora in alto mare. Lo scorso 24 novembre, per la seconda volta dalla firma del Joint Plan of Action, i negoziatori internazionali del “Gruppo 5+1” che comprende Stati Uniti, Cina, Russia, Gran Bretagna, Francia e Germania hanno promulgato la decisione di posticipare per la fine di giugno 2015 il termine ultimo per decretare la firma di un piano attuativo che sia in grado di soddisfare le esigenze di tutte le parti interessate.
Nonostante il governo di Teheran abbia rispettato i patti siglati dall’accordo di cooperazione del 12 novembre 2013, firmati dal Direttore Generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica Yukiya Amano, e dal capo dell’Organizzazione Iraniana per l’Energia Atomica Ali Akbar Salehi, sancendo l’interruzione della produzione di uranio arricchito e avviando un progetto di progressivo smantellamento delle riserve fino al 20%, il nucleo della discussione resta il tema sicurezza e la riluttanza del governo iraniano a fornire informazioni di carattere logistico, prerogativa imprescindibile per gli stati europei al fine di instaurare un rapporto di coesione basato sull’affidabilità e sulla trasparenza.
Al fianco del governo francese si è però schierato Yukiya Amano, che legittimerebbe la richiesta del governo francese a seguito del Trattato di non Proliferazione basato sul disarmo, non proliferazione e uso specifico delle armi nucleari.
By Federica Mandara