Dai moscerini della frutta informazioni importanti per lo studio dei calcoli renali
SAN FRANCISCO – L’esito di una nuova ricerca sulla formazione dei calcoli renali ha rivelato che i livelli di zinco possono contribuire alla formazione degli stessi. Lo studio, condotto dall’Università della California di San Francisco, apre una nuova strada all’identificazione di moderni approcci preventivi e terapeutici. Per identificare i meccanismi attraverso i quali si verifica la mineralizzazione, sono stati utilizzati i Drosophila Melanogaster, ovvero i cosiddetti moscerini della frutta.
I calcoli renali sono dure masse di minerali cristallizzati, spesso frastagliate, che si formano nel rene. Anche se di piccole dimensioni, il loro passaggio può provocare dolore intenso. Fino a oggi solo un piccolo numero di geni sono stati collegati ai calcoli renali, ciò è stato determinato dalle limitazioni di ricerca dovute a studi su animali murini e suini che hanno tempi di insorgenza relativamente lunghi. Per ovviare a questo problema, si è pensato dunque a modelli invertebrati: l’articolo è apparso sulla prestigiosa rivista scientifica PloS One.
“L’obiettivo finale è quello di prevenire l’insorgenza di calcoli renali e comprendere i meccanismi di cui essi fanno parte”, ha sostenuto il Dottor Thomas Chi del Dipartimento di Urologia dell’Università della California di San Francisco. Il moscerino della frutta produce infatti masse simili a quelle umane e ha dimostrato di essere un eccellente modello per esplorare i fattori di rischio per i calcoli renali. Nello studio, in particolare, si è studiata l’interazione dello zinco con l’ossalato di calcio e altri minerali che fanno parte del processo di mineralizzazione.
“Lo studio dimostra che lo zinco è importantissimo nei processi di mineralizzazione”, ha affermato Chi. Le variazioni dei livelli di ossalato di calcio nelle urine, che è un noto fattore di rischio per i calcoli renali, sono aumentati contemporaneamente all’aumentata assunzione di zinco nella dieta: quando lo zinco è sceso, il livello di ossalato nelle urine è diminuito parallelamente.
La prevalenza di calcoli urinari è aumentata negli ultimi tre decenni. Tra le cause: bere poca acqua, troppo esercizio fisico o troppo poco, l’obesità, le perdite di peso chirurgiche, mangiare cibo con troppo sale o con troppo zucchero. “Una volta sviluppata la prima pietra, ben il 50% delle persone sono a rischio di svilupparne un’altra entro 5 anni. Attenti quindi a ostriche, carne rossa, uova, formaggi.” ha poi concluso il Dottor Chi.
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