Bandiere blu in Emilia Romagna, ma la verità è altra
BOLOGNA – Nella classifica delle bandiere blu pubblicata dalla FEE, la Foundation for Environmental Education, l’Emilia Romagna si è piazzata al sesto posto, dietro Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia. Tuttavia, a sconfessare la notizia delle acque della riviera romagnola, considerate come eccellenti, ci ha pensato l’Arpa, l’agenzia ambientale regionale, con un comunicato stampa: delle nove località che si sono aggiudicate la bandiera blu, ben cinque hanno superato lo scorso anno i limiti di inquinamento previsti dall’organizzazione internazionale. Dunque qualcosa non torna, perché secondo il regolamento della Fee “solo le località le cui acque sono risultate eccellenti nella stagione precedente possono presentare la propria candidatura” per l’assegnazione del riconoscimento. Eppure sulle acque adriatiche da Comacchio a Cattolica sventola la bandiera blu.
Gli sforamenti dei limiti di inquinamento, in alcuni casi, hanno addirittura superato quelli di Rimini e Riccione, mete turistiche frequentatissime che da anni sono fuori dal programma di eco-sostenibilità delle acque. Qualora si andasse a guardare la normativa nazionale, i cui limiti sono già meno restrittivi rispetto a quelli imposti dall’organizzazione internazionale, non sarebbe impresa ardua smentire la classifica della FEE: la concentrazione di batteri fecali prevista non deve essere superiore a 500 UFC/ ml per Escherichia coli e 200 per Enterococchi intestinali. Difatti, secondo i dati Arpa pubblicati sul sito ufficiale, gli sforamenti vanno da una concentrazione di escherichia coli di 441 UFC/ml a Casalborsetti durante lo scorso aprile, ad una di 285 a Gatteo Mare il 20 giugno 2014; passando, in agosto, a valori di 720 UFC/ml (enterococchi) e 820 UFC/ml (escherichia coli) a Bellaria-Igea Marina e di 180 (enterococchi) e 420 (escherichia coli) a Misano Adriatico. I forti temporali della scorsa settimana hanno anche evidenziato, nelle stesse aree, l’inadeguadezza della rete fognaria. Quasi tutte le località della Romagna hanno infatti superato sia gli standard di sforamento della FEE che quelli nazionali, con valori di batteri fecali superiori ai 1000 UFC/ ml. A questo punto il divieto di balneazione sarebbe d’obbligo, ma al momento non è stata ancora emessa alcuna ordinanza, solo bandiere blu.
By Pietro Colacicco