Legge stabilità. Renzi colpisce i deboli
ROMA – “Una misura ingiusta e inaccettabile, che si configura come un vero e proprio sopruso nei confronti dei pensionati, che sono stati tra le fasce più colpite dalla crisi economica”, così Federconsumatori e Adusbef sulla norma della Legge di stabilità che sposta al 10 del mese il giorno del pagamento delle pensioni. “Inaccettabile. Il Governo non ha previsto per gli anziani alcun tipo di aiuto e di sostegno, ma ha pensato come complicargli ulteriormente la vita” è invece il commento dei sindacati, tutti sul piede di guerra per il timore che lo slittamento di ben 10 giorni di una scadenza vitale, come quella del pagamento delle pensioni, possa avere drammatiche ripercussioni non solo sulle scadenze di mutuo e affitti, ma anche nella vita quotidiana degli anziani: sono sempre più spesso proprio loro a farsi carico del mantenimento di giovani nipoti disoccupati o di figli 40enni che hanno perso il lavoro. Per non parlare dello slittamento del pagamento delle indennità di accompagnamento dei disabili, che renderà ancora più povera e infernale la gestione economica di un problema che dovrebbe invece essere sostenuto con maggiore forza e denaro dallo Stato.
La norma precisamente prevede “che i trattamenti pensionistici, gli assegni, le pensioni e le indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, nonché le rendite vitalizie dell’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro siano poste in pagamento il giorno 10 di ciascun mese. Il pagamento slitta al giorno successivo se il 10 del mese è festivo o non bancabile”. Probabilmente questa norma sarà oggetto di battaglie feroci in Parlamento, ma solo il fatto di averla presentata, di averci provato, fotografa perfettamente le intenzioni reali del finto buonismo del governo Renzi: cannibale del proprio elettorato, ‘addormentato’ con soli 80 euro.
Aggiornamento del 22 ottobre: L’inps comunica che “solo chi ha la doppia pensione Inps-Inpdap (circa 800.000 persone) la riceverà, dall’anno prossimo, il 10 del mese. Gli altri 15 milioni la riceveranno come ora, il 1 se la pensione è Inps, il 16 se hanno un assegno Inpdap.” Questa dunque la reazione alle proteste che si sono sollevate numerose per la norma che slitta il pagamento delle pensioni al giorno 10 del mese.