Intervista a Sergio Romanò “Doppiare è imparare a rubare…i segreti del mestiere”
NAPOLI- A settembre nuove animazioni e nuovi intrattenimenti ricoprono i palinsesti televisivi. L’animazione rimane senza dubbio la categoria più seguita da grandi e piccini. Abbiamo, al riguardo, intervistato una storica voce che nel corso della sua lunghissima carriera ha allietato i pomeriggi di un’intera generazione di ragazzi. Sergio Romanò, doppiatore, dialoghista e direttore del doppiaggio.
Cosa si prova ad essere un doppiatore professionista?
«Credo che si provi quello che ognuno di noi può provare facendo il lavoro che ha sempre desiderato svolgere. Io sognavo il teatro e, nonostante abbia fatto l’università di Medicina, alla fine ho scelto la strada dei miei desideri e sono partito. Potete leggere gran parte del mio curriculum sul sito dei doppiatori di Antonio Genna.»
Nel corso della sua carriera ha doppiato numerosissimi personaggi. Come riesce ad immedesimarsi, attraverso la sola voce, nei panni dei vari protagonisti?
«Lavoro e studio, studio e lavoro e ho imparato a rubare, nel senso buono… Ho avuto la fortuna nel corso degli anni di lavorare al fianco di bravissimi e famosi attori teatrali e doppiatori, sia a Milano che a Roma, ai quali ho carpito segreti che mi hanno aiutato a migliorare. Le ore di lavoro di una qualsiasi attività sono otto giornaliere per cui anche quando si studia per diventare attori e poi doppiatori ci si deve dedicare con impegno. Diffido molto di quelli che si presentano in sala di doppiaggio e dicono: “Mi hanno detto che ho una bella voce e vorrei fare il doppiatore”. Oppure sostengono che il teatro non serve per saper recitare bene. Storie!»
Tra i tanti cartoni doppiati, quale ha apprezzato particolarmente per simpatia e contenuto?
«Dopo trentacinque anni di mestiere mi è difficile fare distinzioni tra le varie cose che ho fatto. Sicuramente ricordo con affetto Steve, il batterista di “Kiss me Licia” che è stato uno dei primi personaggi di un certo spessore che ho doppiato. Poi senza dubbio Splinter, il maestro delle Tartarughe Ninjia è quello per cui ancora oggi molti mi riconoscono e apprezzano.»
C’è un personaggio animato che avrebbe voluto impersonare, ma che non ha potuto?
«Paperino. Ho la capacità di fare parecchie caratterizzazioni che mi hanno portato fortuna nel lavoro, ma ho sempre invidiato la voce di Paperino… Accidenti, non riesco a farla!»
Vi è differenza tra i cartoni di oggi è quelli di ieri? Se sì, quale?
«La tecnologia ha apportato grandi miglioramenti alla realizzazione dei cartoni animati, ma essendo stati creati alcuni di noi con la capacità di disegnare e di inventare, credo che il cartone in cui ancora predomina la mano umana sia imbattibile.»
Il suo cartone preferito? E perché?
«Tutti quelli a cui ho avuto modo di partecipare. Perché? Perché vi ho partecipato! A parte tutto ripeto che “Le tartarughe Ninjia” e, a tutt’oggi, “One Piece” siano quelli che hanno un posticino più grande nei miei ricordi.»