Un ‘passo’ della nostra giornata per Antonio Landieri
Napoli – Il 6 novembre 2004, nel quartiere Scampia, veniva ucciso in un agguato di camorra il 25enne Antonio Landieri.
Giocava a calcio balilla quando lo uccisero: il calcio era il suo grande amore, ma la sua disabilità non gli permetteva di giocare a pallone. Il ragazzo, incensurato, a causa del ‘cattivo’ giornalismo fu condannato dai media come uno spacciatore di livello internazionale, e per questo le Istituzioni negarono alla famiglia i funerali pubblici, doverosi invece per le vittime innocenti di camorra.
La memoria di Antonio è stata vittima di un cieco pregiudizio: venne ‘valutato’ il suo peso morale per il posto in cui è nato. Nascere e vivere a Scampia infatti significa spesso essere etichettati come persone non ‘perbene’. Essere vittima di una faida di camorra a Scampia spesso esaspera il pregiudizio e può distruggere la moralità di chiunque. Ma dopo 10 anni finalmente l’immagine di Antonio è stata ufficialmente riabilitata: la sua famiglia ha ricevuto un documento dallo Stato che ne certifica l’innocenza. Per festeggiare, l’Associazione Vo.di.Sca., Voci di Scampia, ha deciso di ricordare Antonio con una settimana di eventi in alcune zone di Napoli: sono state raccolte 2000 firme in tutta Italia per far intitolare lo stadio comunale di Scampia ad Antonio. Nella giornata di oggi arriveranno 30 ragazzi da Vercelli per fargli visita al cimitero di Miano e nel pomeriggio si sfideranno in un’allegra partita di pallone contro la Scuola Calcio Arci di Scampia. Domani invece, 7 novembre, alle Fattorie Vodisca di Chiaiano sarà piantata una grande quercia che avrà il nome di Antonio. Infine il 9 novembre si terrà, al Teatro Nuovo Sanità, l’annuale manifestazione del Premio Antonio Landieri – Teatro di Impegno Civile.
L’Associazione Vo.di.Sca. è stata fondata dal 23enne Rosario Esposito La Rossa, cugino di Antonio Landieri: aveva solo 16 anni quando lo vide morire. Rosario, insieme a tutti gli altri giovani che seguono il progetto e che credono in una Scampia diversa, prova a cambiarla operando con attività ricreative e culturali sul territorio: hanno una squadra di calcio; una piccola compagnia teatrale; seguono ragazzi che amano ballare, disegnare murales; hanno anche aperto una casa editrice nel quartiere.
Nell’ultimo libro di Rosario, intitolato Sotto le ali dell’Airone, si racconta come si vive a Scampia, ma attraverso una nuova chiave di lettura, quella dello sport del calcio, la passione di Antonio Landieri. Infatti nel quartiere il calcio sta diventando uno strumento educativo che coinvolge circa 600 ragazzi, che si allenano e giocano con gli amici dell’Associazione. Rosario è testimone autentico della storia di Scampia e soprattutto di quella di Antonio Landieri, questo è il suo messaggio: “Cominciate a parlare di Antonio con i vostri amici, con i vostri parenti, affinchè la sua morte non sia stata inutile, ma soprattutto dedicate un passo della vostra giornata ad Antonio, perché gli sarebbe bastato per sopravvivere”.
By Rosa D’Anna