Ambiente. A La Feltrinelli per sensibilizzare i bambini sulle energie rinnovabili
NAPOLI – Domenica mattina, alle ore 11:30 circa, si è svolto nella sala eventi de La Feltrinelli in Piazza dei Martiri, un laboratorio pratico per bambini sul tema dell’energia, a cura dell’associazione Natura SottoSopra.
Il laboratorio di esperienze pratiche sul tema dell’energia era rivolto ai bambini, curiosi intenditori di fronte alla scienza, che per loro diventa anche un po’ magia. L’eco-laboratorio sull’energia, così è stato denominato l’evento, ha visto in prima linea l’associazione Natura SottoSopra, attenta e interessata ormai da anni a svolgere un lavoro di rete con altre realtà del territorio campano. E’ un’associazione che nasce come promotrice di guide ambientali ed escursionistiche, ma che diventa presto attiva nella divulgazione scientifica, in consulenze e progettazione ambientale. Recentemente hanno integrato il tutto con un’attività di sensibilizzazione e approfondimento nelle scuole e attraverso eventi, in particolare per i più piccoli, previsti sul territorio campano.
La partecipazione di domenica mattina ha visto coinvolti bambini di età compresa tra i 4 e i 9 anni, in attività pratico-esperienziali, con l’obiettivo finale di mostrare come la natura ci fornisca energia pulita, anche attraverso il cibo: patate, limoni, arance, sono stati infatti alcuni degli alimenti adoperati per far accendere una lampadina Led.
In un momento così critico per il nostro pianeta, con la violazione dei limiti dell’innalzamento delle temperature globali fissati dal Parlamento Europeo; dove nessuno sembra tenere alla sua salute, si sogna la vita su Marte. Trapela quindi la necessità di aprire gli occhi, di farli aprire a tutti, iniziando dall’educazione delle nuove generazioni. Di questo ci ha parlato Norma Damiano, geologa dell’associazione Natura SottoSopra, che ha risposto ad alcune nostre domande.
Parliamo di energia?
«Oggi l’argomento è l’energia alternativa, come quella derivante da una cella fotovoltaica per esempio. L’obiettivo finale sarà far capire da dove prendiamo l’energia: perché per noi è facile trovare l’energia, siamo abituati a cliccare un pulsante e la troviamo già bella e pronta. Invece voglio far capire che l’energia, per esempio anche l’energia chimica, è negli alimenti. E con gli alimenti accenderemo una pila, un led. Ma al posto della pila usiamo la natura».
Possiamo già vivere con l’energia rinnovabile?
«Oggi non siamo in grado! Prima di tutto abbiamo bisogno di una fase di transizione. Il problema è che l’uomo sulla Terra è sempre più presente, in termini numerici proprio. E consumiamo sempre più energia, soprattutto perché improntiamo qualunque cosa sempre più sull’utilizzo dell’energia elettrica. Faccio un esempio banale: lo spremiagrumi. Ma a cosa è fondamentale? Se entriamo nell’ottica che qualunque cosa, anche la più banale, la facciamo sempre utilizzando energia elettrica, noi abbiamo sempre più bisogno di energia elettrica. Quello che serve sicuramente, oltre all’energia alternativa, allo sviluppo di queste fonti alternative, è lavorare sul risparmio energetico. L’alternativa qual è? Dirò una cosa drastica: l’uomo deve diminuire di numero. Cosa però inconcepibile da dire, da sostenere. Se pensiamo un po’ all’evoluzione, ci rendiamo conto che comunque c’è sempre in natura qualcosa che accade e poi si regolarizza. L’uomo è andato un po’ oltre: utilizza molte cose artificiali, costruite da lui. E quindi la natura così come siamo abituati a pensarla non riesce a gestirlo. Oppure ci riuscirà in un tempo tale che l’uomo nel frattempo si sarà già dimezzato».
Che importanza ha lavorare con i bambini su questi temi?
«È importantissimo! Perché è da loro che nasce il nostro futuro. Se ai bambini si trasmette, oltre l’amore, il rispetto per la natura e come si possa vivere in sintonia con la stessa, allora iniziamo veramente a parlare di soluzione del problema, di andare nella direzione giusta».
I Bambini sono partecipativi?
«In genere quando vengono qui è perché vogliono venire. Io inizialmente preferivo lavorare con ragazzi più grandi, poi mi sono resa conto che le soddisfazioni più grandi vengono dai bambini. Se la cosa interessa sono molto partecipativi. Quando riesci a cogliere la loro curiosità, anche nei ragazzi delle scuole medie, sono molto interessati.
Puntiamo molto alla parte pratica: i bambini sono già impegnati molto nella parte teorica a scuola. Tra le altre cose, noi partecipiamo a Futuro Remoto, dove ti capitano bambini e ragazzi di tutte le età: fai fare l’esperimento. C’erano ragazzi delle superiori, provenienti anche da licei, a cui dicevo: “ragazzi, dovete fare questa cosa, fatela!”. Non ci arrivavano a fare l’esperimento. Quando poi l’abbiamo fatto, la risposta è stata: “ah, l’abbiamo studiato teoricamente!”. Però stanno cambiando le cose da questo punto di vista: forse perché stanno cominciando a diventare insegnanti le generazioni che già sono più formate e attente a questi temi».
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