Arte. A Maratea il “Capitolo XI” di Dino Izzo
MARATEA – Sabato 14 luglio a partire dalle ore 19:00 e fino a martedì 24 luglio, nella nuova sede della galleria DNA MarateaContemporanea in Via Mandarini, al centro storico di Maratea, in provincia di Potenza, sarà inaugurata la mostra dell’artista Dino Izzo dal titolo “Capitolo XI”, con un testo di Pasquale Persico. Alle ore 21:00 seguirà un reading in lingua napoletana.
Dino Izzo sin dal 1994 intitola le sue personali come capitoli di un unico libro, dalla prima, “Prefazione”, fino all’attuale “Capitolo XI”. In mostra sono presenti vari lavori collegati ai segni e ai relativi titoli.
Il percorso inizia con le “Scritture illeggibili”, “Ogni linea un’onda del mare”, “Lettere sballottate a mare” e continua con il “Catalogo delle cime da scalare”. Un viaggio tra segni, disegni, fotografie, scritture e infine un reading all’esterno dei locali della galleria delle “Traduzioni” in lingua napoletana di testi di scrittori su artisti storici.
L’Artista Izzo è sempre stato affascinato dai segni, ha sempre riflettuto, con diverse modalità, sulla “insufficienza espressiva della parola e l’usura dell’immagine”, come ben ha scritto Mario Franco in un suo testo critico.
Con la sua dote di sinteticità Izzo descrive con queste parole il suo lavoro: “Iniziavo tracciando segni più o meno spontanei, attribuendo dei titoli suggeriti dalle forme intraviste. Sia i segni che i titoli mi fornivano il tema delle opere: quadri, sculture, installazioni, video, testi”.
Nella galleria DNA MarateaContemporanea saranno presentate alcune opere frutto di questa ricerca continua. Izzo ha necessità di un immaginario fisico, concreto. Parte da un segno libero, veloce, automatico, tracciato a occhi chiusi, dopo un lungo tempo di concentrazione, una sorta di meditazione. Successivamente indaga la forma “caduta dal braccio” per attribuire quel titolo che, mentre affiora alla mente, coinvolge esperienze e memorie e non ultimo la propria voglia di un figurativo inespresso liberando l’immagine chiusa nell’immagine.
Al riguardo riportiamo il testo di presentazione di Pasquale Persico: “Un Artista che riparte dal buio per illuminare di colori e di parole le relazioni tra l’arte e le persone. Camilleri nel suo ultimo romanzo approfitta della cecità incombente per vedere relazioni tra particolari della vita che prima non vedeva e la letteratura erutta e si arricchisce di visioni anamorfiche inattese. Questa volta la decodifica dei segni creati nel buio temporaneo visivo e della mente, come metodologia, porta a ridefinire un campionario infinito di forme, solo apparentemente astratte, spesso da specificare nel tempo in relazioni inattese, e così i segni diventano possibili combinazione di un codice genetico fatto di segni connessi e colori che il laboratorio membrana di Izzo fa esprimere come porosità al quadrato tra arte e la città degli uomini (cité e non ville). La critica d’arte diventa linguaggio della Città Medina Mediterranea che conserva tutti i linguaggi della storia d’arte vissuta da popolazioni sovrapposte, l’invenzione si fa poesia per un’inclusione difficile attraverso una lingua ricca, di un arcaico contemporaneo, capace di produrre nuovi beni relazionali”.