Attivismo. Rifugio Hope e animali liberi
VITERBO – A Castel Sant’Elia, il Rifugio Hope, gestito da Corinna Elfie e Christian Marfella, domenica 9 dicembre ha spalancato i suoi cancelli nella Giornata Mondiale per i diritti degli Animali, permettendo ai visitatori di passare del tempo con gli abitanti del rifugio, animali umani e non.
Un rifugio, o santuario, è un luogo in cui vengono accolti animali salvati da morte certa, presi in affidamento dopo essere stati liberati da macelli o allevatori. Domenica, la fiducia nella libertà ha avvolto gli ospiti del Rifugio Hope e i suoi animali. Una giornata emozionante per i visitatori, che oltre ad aver avuto la possibilità di coccolare gli abitanti del santuario, tra bufale, pecore, cavalli e anche un maiale, nel pomeriggio hanno assistito in diretta alla nascita di un piccolo agnellino: Stracciatella.
Allestito poi un piccolo mercatino di Natale con prodotti cruelty-free e vegani, per sostenere le spese del rifugio. Tra gli ospiti della giornata anche Gianluca Bisogno, fondatore del progetto “Sei Vegano Se”; e Massimo Manni, fondatore del Santuario Capra Libera Tutti.
Al termine dell’evento abbiamo raggiunto Corinna Elfie, per porle alcune domande.
Com’è nata l’idea di realizzare un rifugio?
«L’idea del Rifugio/Santuario è nata dopo che abbiamo iniziato a raccogliere diversi animali. Prima lavoravo in amministrazione, poi ho detto “Basta!”: volevo dedicarmi solo a loro. Abbiamo sempre avuto cani, gatti, poi man mano sono arrivati nuovi ospiti: l’agnellino, i cavalli salvati dal macello, la mucca, altre capre. Tre anni fa abbiamo deciso di aprire il Rifugio Hope, anche se erano 16 anni che accoglievamo animali.»
Avete mai subito attacchi o sottrazioni di animali?
«Fortunatamente no, anche perché noi viviamo qua. Io ho il sonno leggerissimo, a qualsiasi rumore strano mi affaccio. Abbiamo avuto solo un po’ di problemi con il pastore, nostro vicino, quando abbiamo preso in fitto questo terreno, ma ora siamo in rapporti ‘amichevoli’. Bisogna fare buon viso a cattivo gioco.»
Gli animali sono totalmente liberi qui?
«Noi siamo sempre stati per la libertà degli animali e l’interazione tra le specie. Anche di cani ne abbiamo tanti, ma liberi, non in box o costrizioni. Solo i conigli sono chiusi perché potrebbero scappare più facilmente.»
La cosa più bella e quella più brutta?
«La cosa più bella è questo, viverlo tutti i giorni. Ogni emozione, ogni salvataggio, l’arrivo di un nuovo animale e la sua integrazione con gli altri. La cosa più brutta è il non poterli salvare tutti e il vederli star male, talvolta arrivano animali maltrattati e capita che non ce la facciano. Si pensa alla libertà e la vita che si poteva dare loro, senza esserci riusciti. Sono sempre gioie e dolori.»
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