Autismo. Il progetto SPID-AP per la globalità dei linguaggi in Europa
NAPOLI – Partito martedì 1 gennaio 2019 il progetto internazionale SPID-AP, volto a integrare socialmente le persone con sindrome autistica attraverso lo sport, e presentato venerdì 1 febbraio 2019 presso il Centro MaMu di Piscinola, dalla Cooperativa Umanista Mazra (CUM) e le associazioni europee che ne hanno preso parte.
Lo SPID-AP Project (Sport Inclusion Drivers for Autistic spectrum disorders People) è stato presentato al Centro MaMu di Piscinola venerdì 1 febbraio durante un kick off meeting tra tutti i partner. Presenti, oltre alla CUM che ha ideato il progetto assieme alla SMe System Srl (società di consulenza alle imprese e agli enti no profit – ndr), anche i rappresentanti degli enti partner: “CRE.THI.DEV.” dalla Grecia, “HELLO YOUTH” dalla Svezia, “Footura” dalla Bulgaria, “Sójovem das Saibreiras” dal Portogallo.
Nella fase introduttiva dell’evento le associazioni hanno raccontato la propria esperienza nell’approcciarsi con persone autistiche, perlopiù giovani.
Nel corso della mattinata anche Apostolo Paipais e Stefano di Vaio, rispettivamente Presidente e Assessore alla Cultura e allo Sport dell’VIII Municipalità di Napoli, sono intervenuti proponendo una collaborazione attiva tra le diverse realtà europee e la CUM, attiva sul territorio su cui loro sono impegnati. Dopo le presentazioni, i membri delle associazioni si sono confrontati tra loro, definendo pregi e difetti dei vari approcci nazionali, e con i genitori di bambini autistici, presenti all’evento per portare le loro testimonianze dirette e conoscere nuovi modi di agire nella terapia.
Durante l’incontro abbiamo raggiunto Valentina Vitale, antropologa e Project Designer della SMe, per porle alcune domande.
Com’è nata la collaborazione con la CUM?
«Il presidente della CUM è un nostro cliente alla SMe e ci ha chiesto supporto nella presentazione di progetti sulle linee regionali ed europee. Venuti a conoscenza di questo bando Erasmus+ e sapendo del suo interesse verso le attività sportive dedicate a persone con disabilità, abbiamo deciso di realizzare un progetto. La caratteristica della CUM è quella di lavorare con la Globalità dei Linguaggi (sviluppata de Stefania Guerra Lisi – ndr): una disciplina molto efficace, ma poco conosciuta in Italia. Per noi è interessante portarla in Europa e, quando abbiamo costruito il partenariato, abbiamo scelto enti che lavorassero nel campo della disabilità, ma con caratteristiche differenti gli uni dagli altri: la Svezia perché porta avanti un modello innovativo, la Bulgaria perché ha una forte carenza di sistema in questo campo, le associazioni scelte in Grecia e in Portogallo perché lavorano molto con i giovani, ma anche con gli educatori.»
Come si sviluppa il progetto?
«Il progetto si sviluppa su quattro pacchetti di lavoro: nel primo abbiamo una fase di ricerca in cui andiamo a identificare e sistematizzare delle buone pratiche, per pubblicare una linea guida. Ogni paese farà una ricerca e ci metterà in contatto con diverse metodologie o esperienze, in modo da ragionare su quale sia il miglior modello da portare avanti. C’è poi una fase di formazione degli operatori e degli operatori sportivi: faremo un training in tutti i paesi, portando la Globalità dei Linguaggi al di fuori dell’Italia. Abbiamo un terzo pacchetto in cui un tot di ragazzi, in ogni paese, verrà accompagnato in percorsi sportivi differenti a seconda dei desiderata e delle capacità. Infine, c’è l’ultimo pacchetto di lavoro, dedicato alla comunicazione, quindi tutto ciò che è pubblicità e social.»
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