“Bagnoli Libera”. Oltre 400 persone alla ‘contro cabina’ di regia per restituire il ‘pacco’ al Governo

 

NAPOLI – In data 13 gennaio, mentre nella sede del palazzo della Prefettura della città metropolitana si inaugurava la cabina di regia nominata dal Governo Renzi per decidere le sorti di Bagnoli, i movimenti sociali, le associazioni, i comitati, esponenti politici e singoli cittadini del quartiere hanno indetto una contro iniziativa per esprimere un chiaro segnale di rottura contro le logiche che si nascondono dietro la nomina di Salvo Nastasi come commissario del Governo per la bonifica e il riassetto dell’area di Bagnoli.

I promotori di Bagnoli Libera ancora una volta ribadiscono che lo scontro in atto non è riconducibile agli screzi tra la giunta De Magistris e Matteo Renzi, ma che la resistenza che si sta costruendo a Bagnoli parte da studenti, precari, lavoratori e disoccupati, militanti di sinistra e associazioni territoriali che negli anni hanno subito la devastazione ambientale e non possono più sopportare che gli stessi soggetti, che hanno già inquinato il quartiere, vengano nuovamente chiamati a contendersi l’area per privatizzarla secondo le logiche dettate da austerità e precarietà sociale. “Ma quale democrazia, l’articolo 33 è chiaro: comanderanno Invitalia, le grandi proprietà immobiliari come Fintecna e Caltagirone, i costruttori, le banche. La cabina di regia di Nastasi è un comitato di occupazione per spartirsi affari e territorio. Ma su Bagnoli la città non dev’essere ascoltata, deve decidere”.

All’assemblea hanno preso parte oltre 400 persone, tra loro anche il sindaco De Magistris, che si è schierato contro la cabina di regia non partecipandovi: “La scelta del commissariamento era calare il potere dall’alto. Di fronte a un’occupazione istituzionale, di fronte a una violenza istituzionale senza precedenti, noi abbiamo deciso di metterci contro. Bagnoli sarà scritta dai napoletani.”.

Al centro del dibattito anche i 50 milioni con cui sbloccare Bagnoli, sui quali sono tutti d’accordo essere nient’alto che un’elemosina del Governo Renzi per un territorio che invece ha bisogno di un piano reale per cominciare il ripristino dei suoli inquinati e così restituire a tanti disoccupati un lavoro attraverso le bonifiche reali. Questi 50 milioni che appaiono come un ‘pacco’ del Premier indirizzato ancora ai napoletani, ma che questa volta hanno deciso di rispedire simbolicamente indietro, dirigendosi in seguito all’assemblea presso la sede della Prefettura in corteo.

Mentre l’azione ha dimostrato di non legittimare la cabina di regia e i poteri che ne hanno nominato l’esigenza, un esiguo schieramento di forze dell’ordine in assetto antisommossa ha chiuso più strade della piazza e non sono mancati attimi di tensione quando il corteo è arrivato proprio all’obiettivo, sotto al palazzo dove il Commissario Salvo Nastasi si riuniva nuovamente.
I manifestanti, che ci tenevano a “rispedire il pacco indietro” al commissario, sono stati caricati dalle forze dell’ordine nonostante l’azione di protesta fosse prettamente simbolica. Ma a seguito della carica il regalo dei movimenti sociali è stato spedito a destinazione, all’interno del palazzo, a conclusione di un’ulteriore giornata di mobilitazione per far sì che sia la popolazione a decidere sui territori.

In ogni caso su Bagnoli sicuramente lo scontro non si alleggerirà nei prossimi mesi: “entreremo nel merito politico e tecnico della riqualificazione di Bagnoli, la bonifica, il parco verde, la spiaggia pubblica”, dice Annamaria D’Urso di Cittadini per Bagnoli, “che vogliamo inquadrare nei grandi temi dell’area metropolitana di Napoli: democrazia, lavoro, difesa dell’ambiente e della salute, riqualificazione delle periferie e sviluppo sostenibile.”.
Mentre dal Laboratorio Politico Iskra il messaggio è di non considerare la vicenda di Bagnoli come una lotta locale, ma che dalla Val Susa ai comitati No Expo e NoTriv possa animare delle mobilitazioni popolari in difesa dell’attacco ai territori, sferrati da Renzi e gli interessi che il suo governo rappresenta.

By Alessandra Mincone

Leave a comment