Bambini bugiardi? Li aiuta la memoria e sono più intelligenti
JACKSONVILLE – Uno studio condotto dai ricercatori della University of North Florida conferma che maggiore è la capacità mnemonica di un bambino, migliore è la sua capacità di elaborare e raccontare una bugia. Al contrario, i bambini con una capacità mnemonica più debole, hanno difficoltà a sostenere, con argomentazioni credibili, le fandonie.
Il Dottor Tracy Alloway, professore associato di Psicologia alla University of North Florida, è stato uno dei principali esponenti di questa nuova ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Child Psychology, che ha messo in relazione le abilità di memoria del bambino e la sua capacità di elaborare bugie. “Questa ricerca dimostra che i processi di pensiero sono importanti per le interazioni sociali complesse come il mentire, perché i bambini sono costretti a destreggiarsi tra più parti delle informazioni, acquisendo la prospettiva di chi cerca continuamente elementi da aggiungere”, ha dichiarato al riguardo il Dottor Tracy Alloway.
A questo studio, che ha utilizzato particolari tecniche di analisi della capacità di memoria, hanno partecipato un totale di 137 bambini di età compresa tra i 6 e i 7 anni. Sono state loro poste delle domande a quiz su schede di carta, con la particolarità che le risposte esatte non solo erano scritte dietro al foglio, ma erano anche di un colore diverso, quindi facilmente sbirciabili dai bambini. I ricercatori hanno poi lasciato da soli i bambini e li hanno ben istruiti a non guardare dietro la scheda, dove erano scritte le risposte esatte. Una telecamera nascosta li ha osservati attentamente mostrando il loro comportamento: i bambini con una capacità di memoria minore, avevano subito rilevato di aver sbirciato dietro al foglio. Quando invece i ricercatori hanno chiesto la risposta esatta a chi non aveva sbirciato, ma aveva capito la risposta corretta attraverso il colore diverso dell’inchiostro, si sono trovati di fronte a una serie di giustificazioni errate al fine di nascondere il fatto di aver sbirciato, il tutto sostenuto da una serie innumerevole di argomentazioni deraglianti. “Per i genitori può diventare frustante osservare i loro bambini, ancora con le briciole intorno alla bocca, che sostengono di non aver mangiato i biscotti. Ma non c’è da preoccuparsi, sono i più intelligenti”.
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