Benevento. Dopo l’alluvione si contano i danni. Intanto è gara di solidarietà

BENEVENTO – Quattro giorni fa l’alluvione che ha colpito il Sannio e Benevento. Oggi il Capo della Protezione Civile sarà a Benevento per valutare il da farsi. Intanto ieri, domenica 18 ottobre, il via alla gara di solidarietà #SaveRummo sui social networks, ma tra le tante adesioni anche qualche critica: per esempio il biasimo che il proprietario dell’azienda potrebbe provvedere di tasca propria al risollevarsi di essa. Ma il problema non riguarda solo il pastificio Rummo, ma tante piccole e medie aziende del territorio beneventano colpito dall’esondazione del fiume Calore.

Solo oggi, a distanza di quattro giorni dall’esondazione del fiume Calore, il Capo della Protezione Civile raggiungerà Benevento per constatare i danni. È solo dopo la fine della pioggia e la cascata di fango che si constata la vera tragedia: morti, persone rimaste senza casa e aziende demolite, nel vero senso della parola. Il caso più eclatante, proprio perché si tratta di una grande azienda di esportazione del Made in Itlay, è quello del pastificio Rummo, i cui 1500 operai per il momento restano a casa, impossibilitati al lavoro per le condizioni in cui versa la struttura. L’inondazione ha infatti causato ingenti danni ai macchinari e fatto andare perse le materie prime che servono alla produzione.

Nell’indifferenza dei media nazionali che i cittadini del Sannio accusano essere poco interessati ai fatti, diversamente da come è successo con le inondazioni genovesi, viene a mancare la costruzione di una “consapevolezza a livello nazionale” del disastro che i cittadini e il territorio stanno vivendo. Quella visibiltà offerta loro da parte dei media nazionali renderebbe per esempio nota la scarsa presenza e partecipazione delle Protezione Civile nazionale, l’assenza dei mezzi, la risposta poco energica dell’esercito e la mancata dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, denunciano i cittadini.

Sono soprattutto i cittadini di zone meno popolose e note che lamentano la poca attenzione e visibilità. L’acqua provoca frane continuamente e la pulizia delle strade viene lasciata ai residenti del posto e ai loro mezzi agricoli. Paesi come Buonalbergo, Castelfranco, Ginestra, Molinara e tutta la valle del Miscano hanno subito danni gravissimi, su cui non si è detta una parola, segnalano ancora i cittadini.

Ecco quindi che la risposta più efficace viene dal volontariato e dalla solidarietà, di cui si fanno carico singoli cittadini, associazioni, realtà auto organizzate, fino agli extracomunitari che hanno spalato il fango al fianco dei beneventani. E anche attraverso la rete si diffonde la solidarietà: è stato lanciato ieri l’hashtag #SaveRummo, che invita chi voglia dimostrare la propria solidarietà ad acquistare pasta Rummo. Tantissime le adesioni solidali, ma non sono mancate disapprovazioni: qualcuno ha pubblicamente sostenuto che forse il proprietario dell’azienda potrebbe personalmente provvedere agli operai e al risollevarsi del pastificio. Altre strade per la solidarietà sono date dalla Caritas, che ha istituito un fondo per aiutare i commericanti colpiti dall’alluvione, versando alle seguenti coordinate un aiuto economico:

CARITAS DIOCESANA DI BENEVENTO

C/C BANCA POPOLARE ETICA

IT03A0501803400000000160288

CAUSALE: EMERGENZA ALLUVIONE PROVINCIA DI BENEVENTO

Camilla Esposito

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