Bolzano. Lavoro durante le feste? Le commesse scendono in strada per protestare
BOLZANO – Venerdì 25 marzo un esercito di commesse è sceso per le strade della città altoatesina, sventolando bandiere della CGIL e protestando contro l’apertura degli esercizi commerciali durante le festività nazionali. Infatti lunedì 28 marzo, giorno di festa secondo il calendario gregoriano, sarà un normale inizio settimana per diversi lavoratori, non solo del settore turistico: scaffalisti, cassieri e magazzinieri delle maggiori catene di supermercati d’Italia saranno dietro ai banconi, come in qualsiasi altro giorno lavorativo.
Negli ultimi anni vi è stato un graduale aumento di attività commerciali aperte in giornate di festività nazionali. Una scelta che ha sempre portato a una doppia reazione: il compiacimento dei clienti da una parte e l’irritazione di lavoratori e sindacati dall’altra. Negli anni scorsi la CGIL e la UIL si sono più volte scontrate con le principali catene commerciali in difesa dei propri affiliati e di tutta la categoria da loro rappresentata. Ma le diatribe non hanno mai portato ad alcun reale cambiamento di rotta. Quest’anno i sindacati hanno avuto un supporto materiale dai lavoratori stessi, che hanno deciso di dar voce alla propria contrarietà scendendo per strada. Primi tra tutti i commessi dei grandi franchising di Bolzano.
La drastica reazione è figlia di una sentenza del Tribunale di Rovereto, pronunciata quindici giorni fa dopo una lotta durata due anni. La sentenza dichiara e ribadisce il diritto del lavoratore al rifiuto di esercitare la propria attività durante i giorni festivi, con previa comunicazione di assenza al proprio principale. In tal caso quest’ultimo non potrà attuare ricorsi legali, prendendo semplicemente atto della decisione del dipendente. Tale enunciato dona ai commessi delle maggiori attività commerciali del Paese la possibilità di far sentire la propria voce, senza dover scendere a patti, spesso poco dignitosi e trasparenti, con i singoli datori di lavoro.
Alla notizia, abbiamo chiesto il parere di un commesso di 27 anni, neolaureato, ma occupato in un centro commerciale del settore elettrodomestici poco fuori dal territorio napoletano, egli ha commentato laconico: «Io non posso ancora organizzarmi per la Pasquetta. Saprò solo all’ultimo se dovrò lavorare o meno». Una rassegnazione, quella del giovane, condivisa purtroppo da tantissimi lavoratori costretti a rincorrere l’indipendenza economica a causa del precariato.
Intanto la marcia delle lavoratrici bolzanesi ha attirato le attenzioni delle città vicine, fomentando l’animo di gran parte della categoria. La protesta tuttavia, complice le festività di Pasqua, ha avuto un’eco estremamente ridotta. Ciò ha drasticamente ridimensionato il potenziale effetto domino che sarebbe potuto scaturire dalla loro battaglia per i diritti.
By Ilaria Rossi