Borse a picco
ROMA – E’ nata prima la finanza o la politica? Ma su questo ritorneremo dopo. Per Padoan, il ministro dell’Economia italiano, la manovra da 36 miliardi di euro contenuta nella Legge di stabilità varata dal Consiglio dei ministri mercoledì sera “Creerà lavoro. Anche se esiste la possibilità che a fronte dei tagli previsti le Regioni aumentino il prelievo fiscale”, cioè la coperta è corta, lo sanno tutti, e la tasse locali aumenteranno a meno che le Regioni non taglino Servizi vitali per i cittadini come la sanità, il trasporto pubblico, il sostegno al sociale e alla scuola. Inutile prendersi in giro, i ‘tagli’ o le “spending review” in Italia significa disservizi al cittadino.
Gli unici contenti sembra siano gli industriali. Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha dichiarato: “per imprese la Legge stabilità va nella direzione giusta”. Resta poco chiaro come possa una manovra economica accontentare sia gli imprenditori che i lavoratori, visto che le rispettive esigenze sono in opposizione: le imprese devono abbattere i costi, tra i quali anche quelli fiscali; i dipendenti hanno bisogno invece di più soldi in busta paga e tutele contro i licenziamenti.
Tra le misure della manovra è confermato il bonus di 80 euro – questo sì che cambia la vita – per i lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 1500 euro; via l’Irap sul lavoro per le imprese, con la possibilità di risparmiare 800 euro per ogni singolo lavoratore che ne costa 30mila all’anno. Dal 1 gennaio 2015 sarà possibile per un triennio avere il Tfr, trattamento di fine rapporto, in busta paga su richiesta del lavoratore: Tfr? Ma senza liquidità delle imprese, senza accesso al credito bancario in assenza di garanzie concrete di rientro, da dove lo tirano fuori il Tfr le aziende? Padoan al riguardo riferisce di un “accordo con il sistema bancario che compensa a costo favorevole un’eventuale carenza di liquidità”, accordi con le banche o ennesimo piacere alle banche?
E quindi torniamo alla domanda iniziale: è nata prima la finanza o la politica? Certo è che l’Europa, non gradendo alcun taglio di tasse, non vede di buon occhio la sfida lanciata da Renzi attraverso la Legge di stabilità. Scommettiamo che torneremo a fare un giro, come ai tempi di Berlusconi, sulle ‘montagne russe’ dello Spread e dei mercati finanziari? Ieri intanto Piazza Affari ha chiuso la seduta con un tonfo del 4,44%, bruciando 19,9 miliardi di euro; Spread oltre quota 190. Oggi, allo stato attuale cede il 3,42% tra una raffica di sospensioni; lo spread tra Btp e Bund sfonda anche la soglia dei 200 punti base, il livello più alto da metà febbraio scorso. E’ nata prima la finanza o la politica?