Case popolari. La protesta dei comitati: “A Napoli zero manutenzione”
NAPOLI – Mercoledì 28 giugno alle ore 16:30 davanti Palazzo San Giacomo, sede dell’Amministrazione comunale partenopea, si sono radunate circa 300 persone per partecipare a un presidio e a un’assemblea pubblica indetta dalle sigle sindacali che si occupano di edilizia popolare, in segno di protesta contro le politiche abitative del Comune di Napoli.
I comitati hanno denunciato le criticità causate da una gestione superficiale, in alcuni casi assente, delle politiche abitative, oltre l’abbandono e il degrado di alcuni rioni della città, dove manca da anni la manutenzione ordinaria. I comitati al riguardo hanno chiesto, oltre la manutenzione, la totale trasparenza nelle assegnazioni degli alloggi pubblici; l’accelerazione dell’esame di richieste di volture e regolarizzazioni; l’inserimento in graduatoria dei richiedenti per un bando pubblicato da oltre cinque anni; l’erogazione di un contributo di sostegno all’affitto; l’abbattimento delle barriere architettoniche. Alla manifestazione erano presenti i rappresentanti del SUNIA; SICET CISL; UNIAT UIL; Assocasa; Unione Inquilini.
Eravamo presenti alla pubblica manifestazione di dissenso, durante la quale abbiamo raccolto la testimonianza di Lello D’Onofrio, rappresentante del comitato alloggi ex IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) del Rione Amendola, sito in viale Colli Aminei: «C’è stato il passaggio delle abitazioni dalla IACP alla Napoli Servizi e stiamo notando che, mentre con la IACP avevamo il 20/30% di manutenzione ordinaria e straordinaria, ora c’è una totale assenza di manutenzione e comunicazione con il Comune. Noi inquilini siamo stati abbandonati su una vertenza che riguardava gli alloggi umidi, dove la IACP aveva messo mano. Ora, da quando c’è stato il passaggio tra i due Enti, nessuno si occupa più di questa criticità di alcuni palazzi, mettendo a rischio anche la salute delle persone».
Franco De Marco inoltre, portavoce delle politiche abitative per gli ex custodi, ha affermato anche che il Comune non ha dato una soluzione concreta ai 136 custodi che devono lasciare gli alloggi di servizio.
Presente all’assemblea anche il Consigliere regionale Francesco Moxedano, che alla nostra domanda circa le soluzioni per l’attuazione concreta delle politiche abitative ha risposto: «Io credo che la politica sulla casa il Comune di Napoli non possa concentrarla solo su Scampia e le Vele. La politica sulla casa è un po’ più complessa e deve abbracciare tutti i 20mila alloggi di edilizia pubblica. Un ruolo deve averlo anche la Regione. Io mi attiverò anche nel valutare e capire come si deve agire rispetto all’agenzia del Patrimonio regionale, mi riferisco all’ex IACP che oggi è commissariato. Su questo chiederò allo stesso assessore all’Urbanistica e vicepresidente della Regione come vuole agire sulla legge che abbiamo approvato sulla riforma dello IACP»